Una storia di mafia: Renata Fonte

Situato in Salento, il Parco Naturale di Porto Selvaggio è un luogo incontaminato dagli interventi umani. Ma la realtà sarebbe potuta essere diversa, se negli anni ’80 una donna, Renata Fonte, non si fosse opposta agli illeciti della mafia locale.

Renata Fonte nasce a Nardò, Lecce, nel 1951. Iscritta all’Unione Donne Italiane e militante nel Partito Radicale Italiano, nel 1982 viene eletta Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione nella giunta del suo comune d’origine: è una delle prime donne italiane a ricoprire questo incarico. Durante il mandato ha modo di scoprire illeciti ambientali e speculazioni edilizie della mafia locale: lo scopo è quello di costruire un residence a Porto Selvaggio, una baia rocciosa affacciata sullo Jonio, che ben si presterebbe a diventare una futura meta turistica. 

Renata è un’accanita ambientalista e si batte per la difesa del suo territorio: in consiglio comunale comincia a proporre modifiche al piano regolatore generale. Queste azioni le costano una serie di minacce di morte. 

Nella notte del 31 marzo 1984, a pochi giorni dalla decisiva approvazione della sua proposta, Renata Fonte viene assassinata a soli 33 anni da due sicari: è il primo caso di omicidio mafioso nel Salento. 

Le prime indagini si concentrano sul marito, separato dalla moglie, ma, grazie anche alla testimonianza di due donne, vengono presto individuati gli esecutori materiali, Giuseppe Durante e Marcello My e gli intermediari, Mario Cesari e Pantaleo Sequestro, e, soprattutto, il mandante, Antonio Spagnolo. Quest’ultimo verrà poi riconosciuto come persona di fiducia dei clan locali, che avrebbe dovuto occupare il posto della Fonte nel consiglio comunale. I successivi processi condannano Spagnolo e Durante all’ergastolo, My e Cesari a 24 anni di carcere. Sequestro riceve una condanna a 18 anni.

Nonostante la morte, l’impegno di Renata non è vano: grazie alla sua vicenda, l’area di Porto Selvaggio (dichiarata protetta nel 2006) non verrà mai toccata dal cemento.

Ogni 21 marzo l’associazione di promozione sociale Libera ricorda il nome di Renata Fonte nella Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia.

 

Di Caterina Monaco 

 

 

 

Fonte: https://vivi.libera.it/storie-507-renata_fonte

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