I DCA e i danni psicologici causati dalla pandemia

Nel 2020, a causa dell’epidemia di COVID-19, il mondo intero si è fermato. Da un giorno all’altro, ci siamo ritrovati a dover rispettare norme, restrizioni, affrontare un lockdown e contrastare le pericolose ripercussioni provocate da tutto ciò: un sempre maggiore senso di solitudine (causato dal distanziamento sociale), una forte precarietà economica, la mancanza di svaghi, l’impossibilità di vedere i propri cari, la Dad e quindi la scuola privata del suo importante aspetto sociale e aggregativo, lo smart working, i disordini sociali…

La salute mentale del mondo ha risentito fortemente di questo lungo periodo di emergenza. A giugno, il Registro Nazionale Gemelli (RNG) ha avviato un’indagine sulla popolazione di gemelli per valutare l’impatto sulla vita quotidiana e le ripercussioni della pandemia sull’equilibrio psico-emotivo della popolazione. Sono stati presi a campione circa 2700 gemelli adulti (età media 45 anni, 64% donne) e 878 famiglie con gemelli minorenni (età media 9 anni). Si è osservato che, durante il primo periodo della pandemia, l’11% degli adulti e il 14% dei bambini ha sperimentato sintomi depressivi o da stress. I livelli di ansia sono risultati oltre il range di normalità circa nella metà dei soggetti esaminati. Tra i gemelli di età compresa fra gli 11 e i 17 anni, il 16% ha dormito peggio durante il periodo di quarantena. Il 13% del campione ha dichiarato di essersi sentito abbastanza spesso triste e l’11% di essersi sentito abbastanza spesso solo. Durante il lockdown sono quindi aumentati i livelli di ansia, depressione e sintomi legati allo stress, soprattutto nei soggetti di sesso femminile. Inoltre, il periodo di lockdown, ha rappresentato un fattore significativo per il rischio di peggioramento dei sintomi ansioso-depressivi già presenti in alcuni soggetti.

Uno dei disturbi che, più di tutti, si è presentato nelle vite di molti ragazzi nel corso della pandemia, è quello dell’alimentazione. Negli ultimi anni la consapevolezza e l’educazione in merito ai disturbi del comportamento alimentare (o DCA) è in aumento, come anche, però, il numero di persone che ne soffre. Anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eting disorder, BED) rappresentano per troppe persone un ostacolo quotidiano, che può portare a danni psicologici e fisici notevoli.

Prima del lockdown si stimava che, nel corso della propria vita, circa il 2% delle donne si è ammalata di anoressia nervosa e il 4% di bulimia nervosa. Questi dati, già allarmanti, sono peggiorati enormemente.

Afferma Laura Dalla Ragione, direttrice del Centro disturbi del comportamento alimentare di Todi, che, in questo periodo, i casi di disturbi alimentari sono aumentati del 30%.

I DCA si manifestano solitamente durante l’età adolescenziale e soprattutto nelle donne. Sono tante le ragazze che hanno sperimentato l’avvento di un disturbo di questo tipo nel difficile periodo del lockdown, e sono anche molte coloro che, provate psicologicamente dalla nuova e difficile normalità, hanno visto un forte peggioramento delle proprie condizioni. Le ragazze che per la prima volta hanno sperimentato i sintomi di questo disturbo si sono trovate isolate, lontano da un’amica con cui parlare o da una professoressa che potesse accorgersi del loro dolore. Hanno dovuto affrontare da sole un problema del tutto nuovo e spaventoso. Le ragazze già affette da DCA, invece, si sono viste allontanate dagli strumenti utili alla guarigione: visite mediche e psicologiche.

Questo articolo nasce dalla mia esperienza personale, mi sono guardata intorno e ho riconosciuto in una delle mie più care amiche, un problema che mi sta molto a cuore, una storia che avevo il dovere di raccontare. In un momento storico in cui la salute fisica è così messa alla prova e posta in primo piano, non si pensa più alla salute mentale e psicologica. Tendenzialmente si guarda con occhio spaventato i numeri dei morti di COVID, ma si distoglie lo sguardo da dati ugualmente raccapriccianti: il notevole aumento di suicidi, femminicidi, violenze domestiche e disturbi psicologici e comportamentali. La pandemia non colpisce solo la nostra salute fisica.

Per questo motivo ho deciso di inserire qui di seguito una breve intervista a M., testimone diretta dei danni psicologici provocati dalla quarantena.

Quando è iniziato il tuo disturbo alimentare?

Non ho mai avuto un rapporto fantastico col cibo… Nel senso, il cibo non rappresentava per me un problema e non provavo sensi di colpa nel mangiare. Per me era sempre stato una valvola di sfogo, quindi non si trattava comunque di un rapporto sano.

Credi che la quarantena sia stata una delle cause scatenanti? Perché?

Sicuramente la quarantena ha fatto sì che sviluppassi il disturbo in questo momento, ma ciò non sarebbe accaduto se non avessi già dei problemi precedenti a questa. Odio con tutta me stessa questo periodo, odio come sono stata negli ultimi mesi, ma è solo grazie alla quarantena che ho iniziato a lavorare su me stessa e sarà solo grazie a lei se mi ritroverò.

Credi che se non ci fosse mai stata la pandemia, si sarebbe presentato comunque? Perché?

Non lo so, forse no. Come ho già detto, non stavo bene, la quarantena e la pandemia sono state semplicemente qualcosa che mi ha obbligata a fermarmi e rendermene conto. Sono scappata da me stessa per tutta la vita e, con la quarantena, non ho più potuto farlo. Penso sia questo il fattore scatenante: il disturbo è diventato il nuovo modo per scappare.

Qual è il consiglio che dai a chi si rende conto di soffrire di un disturbo alimentare in un periodo come questo? (in cui non hai forse tutti gli strumenti utili a chiedere aiuto)

Almeno nel mio caso, il disturbo è nato da un senso di inadeguatezza, da una voglia di scomparire e passare inosservata. L’unica cosa che posso dire a qualcuno che si rende conto di starci entrando è non cascarci, non credere a quella sensazione di forza che ti dà all’inizio e di parlarne facendosi aiutare da specialisti, perché il riversare i problemi sul cibo è solo deleterio e può portare a conseguenze molto gravi.

Sono molte le associazioni che hanno aperto sportelli di ascolto e aiuto psicologico gratuiti, anche alcuni specializzati dell’aiuto psicologico alle persone affette da disturbi del comportamento alimentare. Ho inserito qui di seguito alcuni esempi di sportelli e chat.

https://www.stateofmind.it/2020/04/sostegno-disturbi-alimentari-cipmilano/

http://www.disturbialimentarionline.it/numero-verde-sos-disturbi-alimentari

https://mamachat.org/disturbi-alimentari?gclid=EAIaIQobChMI5syHupP57AIVB-N3Ch18RgQvEAAYASAAEgJkvfD_BwE

Stefania Patanè 4D cl

Stefania Patanè, IV D, Liceo Socrate di Roma

Sitografia:

https://disturbialimentariveneto.it/i-disturbi-del-comportamento-alimentare-dca/

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-dipendenze-disturbi-alimentazione

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2020/11/13/covid-in-aumento-del-30-i-casi-di-anoressia-e-bulimia_6737fe0c-2025-4c6a-b178-e84ba97ea8b6.html

https://www.ilmessaggero.it/umbria/disturbi_alimentari_lockdown_coronavirus_dca_todi_umbria_ricoveri-5582358.html

http://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=4470&area=Salute+donna&menu=patologie