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Bojack Horseman: una serie per sfatare qualsiasi mito riguardo le serie animate

“I cartoni non riesco a prenderli sul serio”: abbiamo sentito tutti almeno una volta questa frase, detta da un amico a cui avevamo consigliato una serie animata e che sfortunatamente non ha preso sul serio il nostro suggerimento, oltre che l’animazione in sé.

Se c’è una serie che possa fare superare questo blocco, riferito probabilmente a un’associazione automatica, che nella testa di una generazione cresciuta guardando Dragonball lega animazione e infanzia, quella è proprio Bojack Horseman.

Tramite il sovracitato protagonista, ovvero Bojack Horseman, che non viene di certo reso meno umano dal suo aspetto (ha un corpo da uomo e la testa da cavallo), la serie riesce a far riflettere lo spettatore riguardo imponenti tematiche esistenziali, quali i disturbi psicologici, l’abuso di sostanze stupefacenti per fuggire dalla realtà e le difficoltà che accompagnano le relazioni interpersonali.

Bojack, ex protagonista di una sitcom di successo degli anni ’90, conduce ormai una vita priva di soddisfazioni lavorative e si sente relegato in un personaggio che gli ha portato fama e denaro ma che percepisce come una limitazione, complice anche il giudizio impietoso della critica.

Ci viene presentato un vero e proprio essere umano in tutta la sua fragilità e ci viene data la possibilità di capirlo e metterci nei suoi panni: l’ansia per il riconoscimento altrui, l’insoddisfazione per una carriera che avrebbe voluto andasse diversamente, la frustrazione per un amore non corrisposto, sono tutte emozioni che accomunano chiunque almeno una volta nella propria vita si sia messo a guardarsi indietro e ad analizzare le proprie scelte.

La consapevolezza riguardo i propri errori lo spinge a mentire a se stesso e a crearsi un immagine di sé fittizia, ma l’essere continuamente smentito dalla realtà lo costringe in una spirale depressiva che lo accompagnerà per tutta la durata della serie, ambientata in un mondo abitato da esseri umani e animali antropomorfi, che riesce a sopperire alla mancanza di realismo nella rappresentazione grafica con l’enorme potenza evocativa sul piano emotivo che caratterizza ogni personaggio.

Se qualcuno quindi ha voglia di superare i propri confini mentali riguardo l’animazione provi a darmi ascolto e sono sicuro che non ne rimarrà deluso, buona visione!

Lorenzo Quarta