LA LETTURA: QUALE BELLEZZA DIETRO TANTA FATICA

«Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.»

Questa citazione di Umberto Eco rispecchia dal suo punto di vista la bellezza della lettura e la gratificazione che un buon libro o una bella storia può portare in una persona. Tuttavia se questa attività suscita un così grande piacere bisogna interrogarsi sul perché non riscuota tanto successo specialmente in questi anni e soprattutto nei giovani. Sicuramente l’evoluzione delle tecnologie e la nascita dei film o delle serie tv come intrattenimento principale hanno portato un calo di lettori, resta però il fatto che leggere ti rende partecipe della storia stessa prendendoti e trasportandoti come un film non potrebbe mai fare. Alla base della poca popolarità di questa attività c’è il grandissimo sforzo che la nostra mente e noi in prima persona dobbiamo compiere. Leggere non è decisamente un’attività naturale, non come può esserlo respirare, sentire il bisogno di bere e mangiare o anche di comunicare: fin dalla nascita il nostro scopo è quello di far comprendere i nostri pensieri alle persone che abbiamo intorno, attraverso suoni, versi o gesti; leggere è un insieme di azioni molto più complicate e faticose che non ci risultano innate ma che vanno studiate e apprese.
Il primo ostacolo della lettura è fisico, e non mi riferisco alla postura, ma il fatto che i nostri occhi in primis non sono abituati a restare fissi su una pagina con sopra delle parole per troppo tempo, sentono la necessità di muoversi e cambiare visuale.
Dopodiché lo sforzo che compiamo a livello cognitivo è anche superiore; questa attività interpella moltissime aree del nostro cervello per svolgere azioni diverse. Innanzitutto bisogna attraversare la fase di decodificazione o transcodificazione, qui la nostra mente non solo deve riconoscere le lettere ma raggrupparle in parole, a queste parole poi serve conferire un suono rispettando la disposizione delle lettere e i vari segni grafici, e in seguito a questi suoni ricollegare un significato andando a ricercare nella memoria situazioni in cui quel suono ha indicato qualcosa di concreto;  infine oltre a comprendere il senso delle singole parole bisogna comprendere il senso di un’intera frase e di un intero testo. Tutte queste azioni ripetute moltissime volte nell’arco di pochissime frazioni di secondo.
Se prima il dubbio era il motivo per cui la lettura non è molto diffusa dopo tutte queste considerazioni viene spontaneo chiedersi perché la gente sia ancora invogliata a leggere. L’unica risposta è che di solito il piacere della lettura compensa ampiamente la fatica che ne deriva, è solo questo il modo per trovare sollievo da questa innaturale azione. Bisogna lasciarsi catturare da una storia, bisogna essere partecipe delle avventure dei personaggi fino a diventare parte del libro stesso, le avventure che puoi sognare o vedere nei film grazie alla lettura potrai viverle. Fortunatamente in questi anni siamo anche agevolati e non solo abbiamo una grande quantità di storie diverse con argomenti diversi ma abbiamo diversi mezzi con cui potersi sperimentare nella lettura; in base ai nostri interessi possiamo trovare libri più o meno su tutto: libri più o meno grandi, con metodi di scrittura più o meno complessi e relativi ai più vari argomenti, storie d’amore, articoli sulla politica, storie dell’orrore, romanzi gialli, poesie filosofiche…

A parere personale la possibilità di leggere è una delle più grandi fortune che abbiamo, e nonostante la fatica possa risultare molta trovo non solo piacere ma anche soddisfazione dopo aver terminato un bel libro o una bella storia.
Marianna Ancona e Sara Basta, 4F sc