La magia della corsa in montagna

di Sofia Borla, 3A classico

Enea, 50 anni, atleta amatoriale, ci racconta cosa lo ha avvicinato alla corsa e quali sensazioni e benefici questa disciplina può portare.

Quando è nata la tua passione e perché?

La mia passione è nata ormai cinque anni fa, nel 2016. Nella mia vita ho sempre corso e mi sono sempre mantenuto in movimento, tuttavia non avevo mai praticato uno sport a livello agonistico. Nell’inverno del 2015, quindi, essendo il clima favorevole, ho iniziato a percorrere sempre più chilometri a mezza costa, nella zona di Buglio in Monte, e da lì non mi sono più fermato: ho ampliato i percorsi e provato diversi tipi di allenamento, allargando i miei orizzonti. Ho iniziato anche perché ero attratto dal fatto che fosse possibile partecipare a delle gare di corsa in montagna sui 20 chilometri, i cosiddetti trail o skyrace, o ai vertical, percorsi di sola salita: nel 2000, quando ho preso parte al Trofeo Kima, le competizioni in circolazione erano davvero poche e molto lunghe ed impegnative.

Qual è, secondo te, la principale differenza tra la corsa in piano e quella in montagna?

In montagna l’approccio è completamente diverso: godi delle bellezze della natura, ampli il paesaggio e vedi come questo cambi partendo dal fondovalle e arrivando in alta montagna, dove l’aria è rarefatta e la vegetazione scompare pian piano. Fisicamente, inoltre, la corsa in montagna è molto più accessibile di quella in pianura e meno impattante, offrendo la possibilità di camminare nei punti particolarmente ripidi, dove correre sarebbe impossibile. Trovo che lo sforzo estremo che dalle pendici di una montagna ti porta alla cima, da 1500-2000 fino ai 3000 metri, sia un’esperienza quasi mistica, che fa provare una soddisfazione indescrivibile.

Quale delle gare a cui hai partecipato ti ha colpito maggiormente?

Amo le gare che si sviluppano esclusivamente in salita, i vertical, caratterizzate da un alto impegno cardiovascolare e da pendenze elevate. Nonostante non sia riuscito a completarla per le pessime condizioni metereologiche e il conseguente pericolo, ho apprezzato particolarmente la Skymarathon di Livigno, che si snoda in paesaggi mozzafiato, ed il cui percorso porta fino ai 2700 metri di quota. Mi è piaciuto moltissimo il vertical di Santa Caterina, che si conclude in un’atmosfera quasi lunare, caratterizzata dall’assenza di vegetazione.  Anche Il vertical di Lagunch, in Valchiavenna, è un’esperienza che ripeterei: durante la gara ho potuto correre su uno splendido sentiero in gradoni in pietra, segno indelebile della laboriosità dell’uomo.

Come hai vissuto il periodo della pandemia, in assenza di gare?

Non l’ho vissuto male, nonostante le restrizioni;  certamente mi è mancata la competizione e il terzo tempo dopo le gare, caratterizzato da grandi pranzi in compagnia di amici e famiglia; tuttavia ho avuto l’occasione di dedicarmi a lungo all’allenamento, alternando la corsa e la bici. Insomma, non mi sono fatto mancare nulla.

Come fai a trovare il tempo e la motivazione per allenarti dopo il lavoro?

Sono dell’opinione che il tempo si possa sempre trovare, è anche questione di sapersi gestire. La motivazione la trovo soprattutto nello svago che la corsa rappresenta per me: in questo modo posso dedicare del tempo a me stesso, immerso nella natura, prendermi cura del mio corpo e della mia mente, dimenticare per un attimo tutti i problemi. Quando, però, mi sento particolarmente stanco, non mi forzo a partire per una corsa: a volte sovraccaricare il nostro corpo può rivelarsi deleterio.

Cosa consigli a chi si vuole avvicinare a questo mondo?

Il mio consiglio è quello di cominciare per gradi: se fai vita sedentaria dovresti approcciarti alle prime uscite con i piedi di piombo e non strafare (raccomando la visita medica di idoneità alla corsa).  Devi inoltre conoscere i tuoi limiti e non metterti in condizioni di pericolo, prestando attenzione ai segnali che il tuo corpo ti manda. Penso che la corsa sia uno sport ottimo per chi vuole staccare dalla vita di tutti i giorni: provare costa pochissimo, e porta di converso enormi benefici fisici e psichici.