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MARIE SOPHIE GERMAIN: UNA MATEMATICA, UN SIMBOLO, UNA DONNA

di Giulio Sgrò, 3ACL

Marie Sophie Germain nacque a Parigi nel 1776, da una famiglia di ricchi mercanti. Cresciuta negli anni della Rivoluzione francese, si trovò costretta a passare molto tempo in casa a causa degli eventi violenti che segnarono la fine dell’Ancien Régime e, proprio per questo motivo, scelse di passare il proprio tempo libero a leggere i libri della biblioteca del padre. In quel luogo, un giorno, trovò un libro destinato a segnarla per tutta la vita: nel testo era descritta la morte di Archimede, il quale, secondo la tradizione, perì durante l’assedio romano di Siracusa, sua città natale, perché si rifiutò di eseguire gli ordini di un soldato romano in quanto stava finendo di risolvere un problema matematico. Questa storia fece nascere in Marie Sophie la curiosità per una materia che era riuscita ad attirare qualcuno al punto da perdere la vita per amor suo. Così iniziò a divorare ogni libro di matematica o geometria che trovava nella biblioteca di casa: affascinata e mai sazia, desiderava ampliare sempre di più le proprie conoscenze.

Tra lei e quello che sarà per tutta la vita il suo unico e grande amore sorse però un ostacolo, a prima vista insormontabile, che rischio di mettere fine alla passione della ragazzina: il suo sesso. Marie era una donna e all’epoca era ritenuto sconveniente che una donna si dedicasse a una materia di studio in modo così approfondito; gli stessi genitori provarono inizialmente ad ostacolarla in ogni modo, arrivando ad impedirle di recarsi in biblioteca o a non concederle il fuoco e i vestiti necessari per poter studiare durante le fredde notti parigine. Ma tutte queste limitazioni non scoraggiarono la giovane che, anzi, tentò in tutti i modi di superare le restrizioni della famiglia, rubando candele per la luce e ricoprendosi con le lenzuola e le trapunte del letto per proteggersi dal freddo.

Questa passione per la matematica e la sua volontà di apprendere ad ogni costo diedero i loro frutti: i genitori, infatti, accortisi della tenacia della figlia, decisero di sostenerne gli studi (cosa che poi fecero per tutta la vita) e assumere un insegnante privato. Ma nemmeno un semplice professore era in grado di soddisfare le esigenze e la sete di sapere che una mente brillante come quella della Germain esigeva. Per questo motivo la ragazza decise di iscriversi a un corso dell’Ecole Polytechnique, una nuova università di Parigi, destinata alla formazione superiore di scienziati e matematici.

La scuola politecnica sarebbe stato l’ideale per Sophie Germain, allora diciottenne, ma nuovamente le si presentò lo stesso problema che l’aveva afflitta quando era più giovane, ovvero il bigottismo dell’epoca che permetteva l’ingresso all’università soltanto a uomini. Per ovviare a questo impedimento la donna ricorse a un ingegnoso stratagemma: decise di assumere un’identità maschile, facendosi passare per Antoine-August Le Blanc, uno studente che risultava iscritto all’Ecole ma che aveva in realtà abbandonato gli studi. Con questo pseudonimo Marie poté studiare da casa e inviare ai professori le soluzioni dei problemi che venivano sottoposti agli studenti, chiedendo al tempo stesso chiarimenti e approfondimenti.

Questa farsa continuò finché un suo professore,  il matematico Joseph-Louis Lagrange, notò il talento di Le Blanc e ne rimase molto sorpreso poiché fino ad allora non gli era mai parso uno studente particolarmente brillante. Lagrange chiese con molta insistenza a questo giovane se fosse possibile avere un incontro faccia a faccia, costringendo in questo modo Sophie Germain a svelare la propria identità. Il matematico di origine italiana rimase molto stupito quando incontro Le Blanc di persona, ma non negò il proprio sostegno alla giovane, complimentandosi invece per le capacità e l’ingegno dimostrate e diventando il suo mentore negli studi.

Con il sostegno di un mentore come Lagrange, Marie Sophie potè dedicarsi alla risoluzione del problema che l’attirava più di tutti, l’Ultimo teorema di Fermat, secondo il quale non esistono soluzioni intere positive dell’equazione a^n+b^n=c^n, se n>2.  Su questi argomenti Germain entrò anche in corrispondenza con C. F. Gauss, uno dei più grandi matematici di tutti i tempi e la massima autorità in materia all’epoca, usando ancora il suo pseudonimo, Monsieur Le Blanc, poiché temeva che non sarebbe stata presa sul serio se si fosse presentata come donna.

Anche Gauss, però, scoprì la sua vera identità. Nel 1806, infatti, le armate di Napoleone invasero la Prussia, dove il matematico viveva. Sophie Germain, temendo che a Gauss potesse toccare la stessa sorte di Archimede, ucciso da un soldato mentre era assorto in un ragionamento matematico, raccomandò a un generale amico di famiglia di riservargli un trattamento di riguardo. Il generale mantenne la promessa e rivelò poi al matematico che doveva ringraziare “Marie Sophie Germain” per la sua incolumità. Gauss si meravigliò, perché non aveva mai sentito prima quel nome e così la donna fu costretta a rivelare la propria identità. Al contrario di quanto temuto dalla francese, però, il tedesco non fu infastidito dal fatto che la sua corrispondente fosse una donna, al contrario ne elogiò il coraggio, l’ingegno e le capacità.

Proprio grazie all’aiuto del fisico e matematico tedesco, Germain riuscì (in parte) a dimostrare l’Ultimo teorema di Fermat e proprio per questo motivo ottenne il permesso di poter partecipare, come donna nubile, alle lezioni della prestigiosa Accademia delle Scienze di Parigi. Questo evento, di portata storica per certi punti di vista, è stato uno dei primi passi verso il raggiungimento della piena parità tra uomini e donne. Questo gesto, infatti, dimostrò che pure il mondo accademico di allora si era accorto dell’intelligenza straordinaria di Sophie Germain e ne riconosceva le capacità come pari se non superiori a quelle di un qualsiasi fisico o matematico dell’epoca.

Ovviamente i pregiudizi sul suo essere donna la penalizzarono moltissime volte, ad esempio quando non fu attribuito il suo nome all’equazione con cui risolse alcuni problemi riguardo alle vibrazioni delle superfici. Questa equazione, oggi nota come equazione di Germain-Lagrange, è la base di quello che è considerato il suo lavoro più importante nell’ambito della matematica, la “Memoria sulle vibrazioni delle piastre elastiche”, un trattato che gettò le fondamenta della moderna teoria dell’elasticità. Purtroppo, lo spirito maschilista che impregnava la comunità scientifica dell’epoca fece passare alla storia l’equazione di Germain-Lagrange come “Equazione differenziale di Lagrange”, omettendo il nome della scienziata e lasciando solo il nome del mentore.

Germain subì ulteriori discriminazioni come la mancata assegnazione di una laurea ad honorem per i suoi contributi alla matematica e alla fisica da parte delle università francesi (Germain non conseguì la laurea all’Ecole poiché interruppe gli studi). Solo dopo la sua morte, invero, e grazie alle pressioni di Gauss, riuscì ad ottenerne una all’università tedesca presso cui lo stesso Gauss lavorava.

In generale le sue ricerche furono sempre “snobbate” dal mondo scientifico e accademico dell’epoca e soltanto in tempi più o meno recenti si è data la giusta importanza e considerazione agli studi condotti da Sophie Germain, ricordandola, oltre che per i suoi fondamentali studi nel campo della matematica e della fisica, anche come un’icona del movimento femminista. 

Fu, il suo, uno dei primi casi in cui ci fu il riconoscimento delle capacità di una donna come pari se non superiori a quelle maschili e un esempio di come l’ingegno umano e la forza di volontà possano superare persino i limiti imposti da una società chiusa e maschilista. 

Limiti che, tuttavia, persistono ancora oggi: la discriminazione subita dalle donne nel mondo del lavoro e non solo continua ad essere forte, anche in Italia. I dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze pubblicati ad ottobre dello scorso anno danno bene l’idea di quanto la donna sia ancora emarginata e discriminata nel mondo del lavoro: il tasso di occupazione femminile in Italia (ultima in Europa per questa statistica) è del 50,1%, di 17.9 punti percentuali inferiore al tasso di occupazione maschile; tra le donne che hanno un’occupazione stabile,  il 73% chiede le dimissioni quando inizia una gravidanza: “uno dei sintomi più evidenti delle grandi difficoltà di conciliare vita lavorativa e vita professionale”, sottolineò la sottosegretaria all’economia Maria Cecilia Guerra quando espose questi dati al Senato. Anche la retribuzione delle donne subisce i pregiudizi che la nostra società nutre verso di loro: il reddito medio delle donne è pari a poco meno del 60% di quello degli uomini impiegati nello stesso settore ed aventi le stesse mansioni, nonostante spesso più una donna su quattro sia sovra-istruita rispetto alla funzione che deve svolgere.

Gli stereotipi, quindi, sono ancora molto radicati nel nostro paese, anche all’interno della stessa popolazione femminile. Le indagini dell’Eurobarometro evidenziano, infatti, in Italia, una scarsa rilevanza e trattazione del tema della parità di genere per garantire una società giusta e democratica. 

Ciò accade anche perché nel nostro paese risulta ancora molto diffuso un concetto arcaico e tradizionale della famiglia e del ruolo di maschi e femmine al suo interno: il 51% degli italiani ritiene che spetti principalmente alla donna il compito primario di occuparsi della casa, della famiglia e dei figli, contro l’11% della Svezia e il 14% della Danimarca. Molte italiane hanno interiorizzato lo stereotipo: lo condivide il 53% delle interpellate, a fronte del 44% degli uomini. 

Purtroppo, figure esemplari come Marie Sophie Germain da sole non sono sufficienti a cambiare questa odiosa mentalità, estremamente diffusa sia in Italia sia nel resto del mondo: tuttavia, storie come la sua possono essere prese come esempio da tante giovani donne e dimostrare loro che valore, impegno e passione possono permetterti di superare ogni ostacolo. 

Fonti consultate:

Wikipedia

www.senato.it

https://www.europarl.europa.eu/at-your-service/it/be-heard/eurobarometer

https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg18/attachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/209/601/Documento_audizione_Maria_Cecilia_Guerra.pdf