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Non solo smarrimento e ansia, quando la paura ci aiuta a reagire

La paura, per definizione, è uno stato emotivo consistente in un senso di insicurezza, di smarrimento e di ansia, di fronte a un pericolo reale o fittizio. È più o meno intenso secondo le persone e le circostanze; assume il carattere di un turbamento forte e improvviso, che si manifesta anche con reazioni psicofisiche, soprattutto l’atteggiamento teso alla fuga, spesso quando il pericolo si presenti inaspettato o comunque appaia imminente. Essa, può essere causata da diverse situazioni, o talvolta da persone; una paura può essere provocata da un ricordo spiacevole, da una situazione avversa, oppure da un qualcosa che proviene addirittura dalla nostra immaginazione. 

La paura, tuttavia, non è da considerare solo con accezione negativa. Infatti, talvolta ci aiuta a prendere delle scelte, a distinguere situazioni che possono essere seriamente complesse, da altre che invece non dovrebbero avere ripercussioni gravi. Talvolta quindi, un po’ di paura può risultare positiva. 

Giungendo ai giorni nostri, possiamo dire che la paura ha un legame piuttosto forte con la mancanza, con il timore di restare da soli. La paura al tempo del covid è  essenzialmente questo: paura di restare, o in alcune situazioni, morire da soli. La solitudine vissuta in questo senso, è qualcosa che spaventa, ma che dovrebbe anche far nascere un sentimento positivo, una vera coalizione da parte della società; cosa però, che non è del tutto avvenuta. Basti pensare ai negazionisti, i quali non temono la pandemia e la negano totalmente, andando così contro il benessere della società stessa. Come può un virus, che ha causato circa 2 milioni di morti sino ad oggi, non esistere o “esser stato inventato”?

Invito dunque ognuno ad essere cosciente delle proprie azioni e soprattutto, a lasciarsi sopraffare, ogni tanto, dalla paura.

Giovanni Arena, III B