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D&D: il gioco di ruolo che ha cambiato il mondo – INTERVISTA

D&D: il gioco di ruolo che ha cambiato il mondo

Nonostante abbia segnato una rivoluzione, negli ultimi anni complice la diffusione di videogiochi sempre più realistici, il gioco di ruolo è lentamente declinato, diventando un genere – quasi – di nicchia.

Forse molti avranno sentito parlare di Dungeons&Dragons, indubbiamente il più famoso dei giochi di ruolo fantasy, con una stima di 20 milioni di giocatori al mondo. Tuttavia in questi ultimi anni, con l’avvento di videogiochi sempre più realistici, i giochi di ruolo tradizionali – quelli giocati con carta, penna e fantasia – hanno visto una significativa diminuzione rispetto a quando furono introdotti sul mercato negli anni ‘70/80. Il gioco di ruolo nasce come evoluzione dei wargames, giochi da tavolo basati su strategie di guerra, dove negli anni Settanta si iniziarono a sostituire gli eserciti con personaggi, che potevano progredire tra una partita e l’altra. In questo ambiente si inserì il wargame fantasy inventato da Gary Gygax, che poi darà vita anche a D&D, Chainmail. Mettendo insieme vari elementi già preesistenti, come l’improvvisazione teatrale e le regole di Chainmail nacque Dungeons&Dragons, chiamato in seguito OD&D (Original D&D) per distinguerlo dalle versioni successive. Il successo di questo gioco esplose immediatamente, tanto che vennero pubblicate altre versioni. La più recente, uscita nel 2012, è D&D 5 Edizione, ma certamente la più giocata è D&D revisione del 1983 a cura di Frank Mentzer, chiamata più comunemente “Scatola Rossa”.

Negli anni la fama di Dungeons&Dragons non è calata, nonostante che nel 1997 la TSR (Tactical Studies Rules, casa editrice che commercializzava D&D) venne venduta alla Wizard of the Coast, tanto che alcuni gruppi di giocatori sono ancora attivi. La “Compagnia dei 100 Anni” è uno di questi che ha iniziato a giocare nel 1985 e nel 2020 ha “festeggiato” i 35 anni di attività. Ho fatto loro qualche domanda per capire meglio come realmente è vissuto un gioco di ruolo.

–        Come avete iniziato a giocare?

Attraverso un amico che ci ha fatto conoscere il gioco, poi abbiamo coinvolto altri amici. Le emozioni che ti suscitavano le avventure erano molto intense e abbiamo subito pensato di condividerle con altri.

–        Secondo voi perché il vostro gruppo è così longevo, quando molti gruppi si sfaldano dopo poche sessioni di gioco?

Questa è una bella domanda. Penso che ognuno abbia trovato nel suo personaggio il modo di vivere la sua vita.

–        Però potevate giocare anche in altri gruppi, invece il nucleo della vostra Compagnia è rimasto inalterato nel tempo. Perché?

Perché col proseguire del gioco si è creato un legame di vera amicizia. Come aiuti uno nel gioco allo stesso modo lo aiuti nella realtà, perché quando interpreti per tanti anni un personaggio viene naturale comportarsi come si è nella realtà. Ci siamo accorti che così come uno gioca, così è nella vita e viceversa, nel gioco esprimi la tua personalità.

–        Cos’ha un gioco di ruolo in più di un gioco di società o di un videogioco di ruolo?

Il gioco di ruolo ha infinite possibilità, quasi come nella vita, e vivi le emozioni delle avventure.

–        Ma a prima vista un videogioco di ruolo potrebbe sembrare più coinvolgente di un gdr classico, dato che si può vedere l’ambientazione …

Sì, però non hai i tuoi compagni: nel videogioco, anche online, manca  comunque l’interazione tra i compagni e con il DM (Dungeon Master). Anche le immagini dei videogiochi, se a prima vista sembrano un vantaggio alla fine sono limitanti. Nel gioco classico puoi fare letteralmente quello che vuoi, anche insultare un mostro, è chiaro che dopo ci sarà una reazione di conseguenza. Nel videogioco hai invece delle azioni limitate.

–        Che consiglio dareste a coloro che si avvicinano a D&D o a un altro gioco di ruolo?

Essere onesti, verso se stessi, verso gli altri e verso il DM. Barare non serve a nulla, anche perché nella vita reale non si può barare.

In questo tempo di pandemia i giocatori di tutto il mondo non si sono arresi, trovando altri modi per incontrarsi, anche se virtualmente: il gdr classico, è una sana alternativa a videogiochi e internet che aumenta la cooperatività e consolida le amicizie.

STEFANO CERINO 2C