Che cos’è l’infodemia?

Nell’ultimo periodo si sente sempre più spesso parlare di infodemia, ma di cosa si tratta precisamente?

Tale termine si riferisce alla diffusione di una quantità eccessiva di informazioni, spesso non veritiere e addirittura contraddittorie tra loro, che ostacolano le persone nell’individuare fonti affidabili. Nell’ultimo anno questo fenomeno si è imposto sempre di più a causa della diffusione dell’epidemia del coronavirus 2019-nCoV che ha prodotto un senso di panico generale.

È da sempre esistito il problema dei falsi miti ed è soprattutto tramite i mass media che essi vengono alimentati e diffusi velocemente. Molte volte sono legati all’ambito dell’alimentazione o della salute (sia fisica che mentale): ad esempio frequentemente si sente dire che la carne rossa può provocare il cancro, che sudare fa bene per il dimagrimento, o ancora che la depressione si possa curare con la volontà. Per noi e per tutti coloro che ci circondano è fondamentale che ognuno faccia ricerche approfondite e si assicuri, prima di divulgare una notizia, che essa provenga da individui qualificati.

Ultimamente il fenomeno dell’infodemia si è diffuso sempre di più, e ciò è dovuto all’aumento di preoccupazioni e timori legate alla pandemia. È la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) che ha affermato che a complicare la gestione dell’epidemia è stata proprio la presenza di un’ampia gamma di fake news e bufale riguardanti le cause, la diffusione e le possibili cure del virus. A causa di tali informazioni le persone si sono trovate in difficoltà e non sono riuscite ad identificare ciò di cui avevano davvero bisogno. Alcune di queste notizie false sono state il fatto che il virus potesse essere curato con l’ingerimento di determinati alimenti, quali l’aglio, o che l’infezione si potesse trasmettere attraverso pacchi postali provenienti dalla Cina. Tutte queste informazioni false sono state però confutate dall’Oms attraverso dati basati sulla ricerca e sull’esperienza: è stato ad esempio sottolineato come il ricevere lettere o pacchi dalla Cina sia sicuro, poiché i coronavirus non sopravvivono per un lasso di tempo elevato sugli oggetti. Perciò prima di considerare come corretto un dato letto in rete bisogna essere sicuri che la fonte da cui proviene sia attendibile, poiché spesso le informazioni vengono travisate, così da non raffigurare a pieno quella che è la realtà. Per contrastare la disinformazione inoltre numerose organizzazioni sanitarie hanno iniziato a pubblicare regolarmente dei dati scientifici sulle piattaforme dei social media, così da diffondere informazioni accurate e da indirizzare le persone verso fonti attendibili.

Ilaria D’Archivio