L’Italia non punta sui giovani

Di Alessandro Liberati

Secondo i dati, una volta completato il corso di studi universitari, quasi il 50% dei laureati italiani sono pronti a partire in cerca di occasioni lavorative, questo fenomeno è chiamato “fuga di cervelli”. Ma perché così tanti giovani italiani sono disposti a ricercare un impiego all’estero invece di uno nel proprio paese?

Anzitutto le opportunità lavorative all’estero sono spesso maggiori che in Italia, infatti in paesi come Inghilterra, Francia e Germania le attitudini e le competenze delle persone vengono sfruttate e valorizzate al meglio. Inoltre, al giorno d’oggi, i giovani risultano sempre più incuriositi ed attratti da realtà nuove da poter vivere e di conseguenza l’opportunità lavorativa all’estero diventa la scelta predominante per coloro che intendono fare esperienze nuove. Oltre a ciò capita spesso che siano le stesse aziende estere a venire a selezionare studenti di diverse nazionalità che corrispondano alle loro esigenze, e, non di rado, ciò accade quando lo studente non ha ancora terminato il proprio corso di studi: quindi, colui che, immerso ancora nella realtà universitaria, riceve una domanda di assunzione da un’azienda estera, spesso è spinto ad accettare così da avere un impiego immediatamente dopo la laurea. 

Dunque, tale cosiddetta “fuga di cervelli”, risulterà senza dubbio penalizzante per il nostro paese e porterà ad un impoverimento della forza lavoro. Senza infatti un continuo ricambio ed incremento di risorse innovative, da una parte essenziali energie nuove andrebbero sprecate in campi non idonei alle loro competenze o attirate in altri paesi, e dall’altra la situazione rimarrebbe invariata: se un sistema sembra funzionare lo si lascia così, ma sono i giovani i soli in grado di migliorare ciò che già sembra funzionare, di portare sempre idee che a nessun altro sarebbero venute in mente, proprio perché possiedono quell’ardore e quell’ambizione che, con l’avanzare dell’età, va rarefacendosi. Queste caratteristiche dei giovani sono la risorsa chiave del nostro paese, noi abbiamo bisogno di un cambiamento, di una crescita; ma al momento essa risulterà infattibile a causa della scarsità di opportunità riservate ai giovani laureati.

Per rendere possibile ciò, la soluzione rimane modificare il sistema e, anche se più facile a dirsi che a farsi, sradicare metodiche e mentalità che negli anni sono andate solo a penalizzarci. In primo luogo i giovani sono il nostro futuro, quindi bisogna puntare tutto su di loro.

Tralasciando lo spirito patriottico, i ragazzi devono scegliere di spontanea volontà di rimanere: per realizzare ciò bisogna offrirgli le stesse opportunità che potrebbero trovare in altri paesi, tanto da portarli a domandarsi la motivazione per cui dovrebbero lasciare l’Italia per un’occupazione estera, fargli sorgere il dubbio, qualcosa che prometta loro un futuro ed una realtà migliori e che li faccia sentire partecipi del progresso del quale tanto abbiamo bisogno. Importante, anzi indispensabile, è la predisposizione del sistema Italia a saper sfruttare pienamente tutte quelle attitudini e competenze che oggi fanno fatica a trovare spazio nel mondo del lavoro.

Non è possibile mettere in atto tale sistema da un giorno all’altro, ma deve avvenire a seguito di un processo. Inizialmente risulterà difficile per coloro che sceglieranno di rimanere, essi avranno sulle loro spalle numerose responsabilità, ma con tempo, dedizione e buona volontà nulla è impossibile.