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11 settembre 2001: 20 anni dall’attacco terroristico alle Torri Gemelle di New York

Classe 2G, scuola secondaria di primo grado Colombo

Riportiamo qui l’intervista a Greg Trevor, un sopravvissuto al crollo delle torri gemelle dell’11 settembre estrapolato da undicisettembre.blogspot.com. Per riflettere sull’attentato e sulle sue conseguenze nella società occidentale.

L’uomo si trovava nella Torre Nord al momento dell’impatto del volo American Airlines 11 ed era un dipendente e portavoce della Port Authority.

Intervistatore : 

Cosa ricordi, in generale, di quella mattina? Ci puoi fare un breve racconto della tua esperienza?

Greg Trevor: 

Arrivai al lavoro presto, quella mattina: intorno alle 7:15. Di solito arrivavo tra le 9:30 e le 10; l’11 settembre arrivai prima perché la sera precedente ero tornato a casa usando una vettura aziendale della Port Authority, che avevo adoperato durante la giornata per andare all’aeroporto Kennedy: in tali circostanze eravamo autorizzati a tenerci la vettura aziendale fino al giorno dopo. L’11 settembre tentai di arrivare al lavoro prima per evitare il traffico dell’ora di punta.

Quando il primo aereo colpì la Torre Nord alle 8:46, ero in piedi dietro la mia scrivania al 68° piano della stessa Torre. Fui quasi scaraventato a terra dall’impatto del primo aereo, che si schiantò contro la facciata nord più di venti piani sopra di me. Udii un forte tonfo, seguito da un’esplosione. Ebbi la sensazione che l’edificio si spostasse di circa tre metri verso sud. Poi si mosse in senso opposto, verso nord, e infine tremò avanti e indietro. Fuori dalla finestra vidi una parabola di fiamme precipitare verso il suolo, seguita da un turbinìo di carta e vetro. A quel punto sentii due diversi suoni: le sirene d’emergenza dalla strada e i telefoni che suonavano su tutto il 68° piano. Erano le chiamate dei giornalisti che ci chiedevano cosa fosse successo.

Nei dieci minuti seguenti, io e i miei colleghi controllammo la zona del piano a cui ci trovavamo per verificare che tutti stessero bene. Poi raccogliemmo le cose che pensavamo potessero esserci utili presso una postazione di comunicazione di emergenza (penne, carta, elenchi telefonici e cose di questo tipo) e iniziammo l’evacuazione.

Intervistatore : 

Vedesti i pompieri che salivano le scale mentre tu scendevi? Cosa puoi dirci di loro?

Greg Trevor: 

Vedemmo sia i pompieri, sia la polizia della Port Authority salire le scale di corsa. Temo che ci sia molto poco che io possa dire di loro. Uno dei miei incarichi alla Port Authority era curare i rapporti con i media della Polizia della Port Authority stessa. Sebbene molti dei miei colleghi si trovassero all’interno del palazzo, non vidi nessuno di loro durante l’evacuazionePerò riuscii a sentire uno di loro: l’ufficiale David Lim. Era un ufficiale dell’unità cinofila il cui cane, Sirius, rimase ucciso nell’attacco. In seguito David si sarebbe trovato intrappolato tra le macerie per cinque ore, ma in quel momento ebbe la presenza di spirito di trovare un modo per farci invertire la direzione e tornare giù per le scale dopo che i soccorritori sbloccarono l’uscita d’emergenza. Ripeté continuamente “Giù va bene! Giù va bene!”. Quando lo sentii, urlai anch’io su per le scale “Giù va bene!” Come un’eco anche altri urlarono “Giù va bene!” verso chi stava più in alto. A quel punto ci incamminammo verso il basso più velocemente possibile.

Perché si ricorda l’ 11 settembre?

Tuttora si ricorda l‘attentato dell’11 settembre perché quel giorno New York ha scosso tutto il mondo, visto che ci furono più di 3000 vittime. Dopo l’attentato ci fu un crollo economico negli Stati Uniti. Ogni anno i cari delle vittime ricordano la loro morte andando a pregare sotto al monumento dedicato alle torri.

Perchè non bisogna dimenticare?

L’attentato ha messo in discussione il modo di vivere occidentale ed ora le persone non si sentono più sicure nel prendere un autobus, una metropolitana, un treno o nel frequentare luoghi pubblici affollati. La pandemia, che ha diradato i rapporti tra le persone, ha rappresentato un periodo più sicuro per la popolazione. Con il diffondersi dei vaccini saranno di nuovo possibili le manifestazioni e con esse tornerà la paura.