Infodemia

Con la pandemia ancora in corso si è andato ad acuire un fenomeno già presente, a parer mio, da diversi anni all’interno della nostra società: l’infodemia.
Questo fenomeno è facilmente riscontrabile da ognuno di noi, basta accendere per un momento la televisione e immediatamente ci si ritrova in un universo composto solamente da eventi tragici, dai quali sembra non esserci una via d’uscita; un universo che ogni secondo si amplia di fatti e notizie che, almeno nella maggior parte dei casi, risultano inutili. Questo fenomeno è, secondo me, paragonabile a un “bombardamento”, che non va a influire però sulla nostra condizione fisica ma che va invece ad aggravare una situazione psicologica già messa a dura prova dalla pandemia in sé.

Se però questa situazione si limitasse alla tv, basterebbe non accenderla più o, perlomeno limitarne l’uso, per sfuggirle; il fatto più grave è però che è di fatto impossibile fuggirne senza ritrovarsi “isolati” dal mondo esterno, perché si dovrebbe fare a meno dei social media, di internet e dei cellulari in generale, oramai, purtroppo, elementi fondamentali nella vita di ognuno di noi.
E’ molto diffusa, almeno fra i miei conoscenti, la volontà di estraniarsi da questo tipo di vita, ridotta a un processo continuo di “consumo” di ogni cosa: dal cibo agli oggetti fino ad arrivare appunto alle notizie, diventate ormai, almeno a mio parere, solamente fonti di preoccupazione e di angoscia, già troppo presenti nelle nostre vite a causa della situazione che tutti stiamo vivendo.
E’ possibile quindi uscire da questo Limbo? Secondo me sì.
Basterebbe ricominciare a dare un peso a ciò che circola in giro, a far prevalere le notizie positive, perché sono sicuro che qualcosa di bello avviene ancora in questo mondo, a eliminare dalle nostre vite questa ricerca continua del “gossip” di cui la televisione è intrisa (basti vedere i programmi che vanno in onda in prima serata su qualsiasi emittente) e a preferirgli l’informazione utile, culturale, genuina che negli ultimi anni si è completamente persa; inoltre andrebbe regolamentata la diffusione delle news sui social media, che sono difatti diventati una componente fondamentale delle nostre vite, dove però non vigono regole, e dove quindi notizie false possono in un millesimo di secondo fare il giro del mondo senza che nessuno lo vieti.
Mi chiedo dunque come sia possibile che in un mondo che si basa sempre di più su internet e sui suoi strumenti ciò che circola al suo interno non sia regolamentato e controllato, perché le “fake news” sono un fenomeno vero e gravissimo, che non limita i suoi effetti al mondo virtuale ma che, in diversi casi, sfocia in quello reale, con conseguenze devastanti anche sull’equilibrio di una società che naviga sempre di più nell’incertezza e nell’individualismo, senza punti di riferimento solidi a cui aggrapparsi. Un altro effetto molto grave causato dalla mancata regolamentazione dei contenuti presenti sul web è la proliferazione di odio e aggressività, questo è un fenomeno che si sta diffondendo soprattutto con l’avvento dei social network, dove sono ormai onnipresenti incitazioni all’odio e insulti (basti vedere la sezione commenti di un qualsiasi post di un qualsiasi personaggio pubblico) che in nessun caso vengono puniti e che, oltre a fare del male alla persona in questione, contribuiscono a rendere queste piattaforme solamente dei mezzi attraverso i quali poter sfogare la propria rabbia e esprimere giudizi senza incorrere in nessuna conseguenza, e non spazi in cui poter essere se stessi al di là di ogni condizione e condizionamento sociale.

Andrea Petrucci