Diversità e integrazione

E’ assurdo pensare a come, in una società così evoluta dal punto di vista scientifico e tecnologico come la nostra, spesso vengano meno dei valori fondamentali quali la convivenza con l’altro, con il diverso da noi. Basta leggere un qualsiasi fatto di cronaca per aprire gli occhi sulla realtà e rendersi conto di quanto ancora, pur essendo nel 2021, sia lunga e talvolta contorta la strada da fare per eliminare ogni tipo di discriminazione ancora esistente. L’integrazione, l’accettazione dell’altro non è ancora qualcosa di completamente assimilato dalla nostra società. Valori quali l’uguaglianza, l’integrazione, la solidarietà, vengono asfaltati correntemente.
L’educazione sotto questo aspetto ricopre un ruolo molto importante: sensibilizzare sul tema dell’uguaglianza è necessario per formare dei cittadini, delle persone in grado di convivere con gli altri in maniera serena e pacifica.
Quando leggo fatti di cronaca come quello riguardante la storia di una ragazza quasi mia coetanea, che vive nella mia stessa città, a Firenze, cacciata di casa perché ritenuta “indegna” dalla propria famiglia in quanto aveva scritto in una lettera a cuore aperto di essersi innamorata di una ragazza, rimango profondamente delusa. In particolare mi ha dato molto da pensare il fatto che questa ragazza, Malika, sia stata “ripudiata” proprio dalla propria famiglia, dalla quale lei magari sperava di ricevere un supporto in questo momento della sua vita. Mi domando quindi come sia possibile certe volte, per un adolescente che vive in una famiglia con mentalità così ottuse, riuscire a crearsi un sistema di valori sani. L’ambito familiare infatti occupa una parte notevole nell’educazione di una persona e, se questa viene abituata fin da piccola a vedere l’altro in maniera discriminatoria, è molto difficile che in futuro diventi un cittadino solidale. E’ per questo che un’altra componente che ricopre una discreta importanza nella nostra educazione è e deve essere la scuola. L’ambiente scolastico infatti, in una situazione normale, non come quella che stiamo vivendo ora, ci educa e ci abitua a vivere in completa armonia con un gruppo abbastanza elevato di persone, ovvero quelle che compongono la nostra classe. Siamo dunque obbligati fin da quando cominciamo a frequentare la scuola a “convivere” con gli altri, a dover condividere uno spazio, che è quello strettamente scolastico ma che poi può allargarsi alla sfera più propriamente personale. La scuola quindi è una sorta di palestra che ha il compito di formarci come individui non solo dal punto di vista intellettuale ma anche e soprattutto, come cittadini responsabili e rispettosi degli altri. E’ nel corso della nostra esperienza scolastica che si susseguono una serie di avvenimenti che spesso, anche se non ci riguardano direttamente, ci lasciano molto su cui riflettere. Episodi di bullismo, cyberbullismo o di qualunque tipo di discriminazione verbale o fisica sono eventi che possiamo aver vissuto personalmente o indirettamente e che hanno inevitabilmente forgiato il nostro sistema di valori.
Anche a livello internazionale possiamo notare quanto la discriminazione di genere sia ancora oggi qualcosa di drammaticamente reale. Permangono ancora notevoli differenze tra uomo e donna in quanto quest’ultima, in ambito lavorativo e familiare spesso non gode delle stesse prerogative di un uomo. Mi viene in mente un fatto di cronaca che testimonia a pieno quanto la donna, anche a livelli lavorativi molto alti, non venga riconosciuta al pari di un lavoratore uomo. Mi riferisco al cosiddetto “sofa-gate”, ovvero al trattamento che è stato riservato alla presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen. La presidente infatti, in visita ad Ankara insieme al presidente del Consiglio europeo Charles Michel per riallacciare i rapporti tra Unione europea e Turchia con il presidente turco Erdogan, è stata relegata su un divano, lontana dagli altri due uomini, che si sono seduti su due poltrone. Vediamo quindi come la figura femminile, pur ricoprendo un ruolo più importante di un uomo, sia comunque reputata inferiore o non meritevole.
Quelli che ho citato sono solo alcuni degli esempi più recenti di discriminazione, ma ce ne sono purtroppo moltissimi e l’incidenza sempre più alta di eventi di questo tipo deve farci riflettere su quanti passi ancora il mondo abbia da fare nella sfera dell’integrazione.

Emma Boschi 5G/Liceo Classico Galileo di Firenze