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DDL ZAN: Un grande passo per la società, un minuscolo passo per l’umanità

Nei primissimi mesi dell’anno 2021, lo Stato Italiano si è misurato a proposito di un tema molto delicato per la nostra società: la tutela e l’accettazione della comunità LGBT.

Come soluzione alla discriminazione di genere e all’omotransfobia, è stata recentemente calendarizzata una proposta di legge a tutela di determinate minoranze attuando Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità”, semplificata con l’acronimo DDL ZAN.

In sostanza questa legge nasce con l’intenzione di educare la collettività alla totale accettazione della Diversità, intesa nel suo senso più ampio, tuttavia si manifesta come l’ennesimo divieto imposto che pretende di sradicare una mentalità retrograda e sbagliata utilizzando lo strumento della paura, attraverso una punizione pecuniaria o, addirittura, con la reclusione penitenziaria. La domanda sorge spontanea: Basterà la legge, da sola, a instillare l’accettazione di coloro che fino ad ora sono stati considerati “diversi”?

L’Omotransfobia è una condizione di repulsione ancora purtroppo presente e radicata nelle fasce più “mature” della nostra società; riuscire ad estirpare un pensiero così irrazionale e scellerato da menti che hanno ricevuto un’educazione d’intolleranza e odio per tutta la loro vita, attraverso la comunicazione e la rieducazione, sembra pressoché impossibile. È proprio qui che entra in gioco la vera utilità del DDL Zan: proteggere le categorie sopracitate da atti violenti di ben poca umanità.

Ma una legge, intesa in quanto tale, è in grado di cambiare davvero la società dalla radice?

Le nuove generazioni necessitano di un divieto imposto per raggiungere una completa accettazione della diversità?

E infine, si può raggiungere una totale uguaglianza, riconoscendo in maniera intrinseca diversità e minoranze all’interno della società stessa?

Appare lampante il ruolo fondamentale di questa legge, in un momento storico di transizione mentale dalle vecchie alle nuove generazioni, tuttavia il principio di uguaglianza, di cui questa legge si fa portatrice, deve necessariamente attecchire nel pensiero delle nuove generazioni, fino a portare all’inutilità della legge stessa.

Se così non sarà, la legge Zan si rivelerà solo una vittoria mutilata.

Diventa quindi fondamentale pianificare, per le nuove generazioni, un Percorso di educazione all’uguaglianza fin dai primi anni di scuola, identificare figure di sostegno e riferimento per aiutare i giovanissimi a trovare la propria identità di genere e ad accettare le scelte dei propri compagni, per poter raggiungere un vero e reale stato di equità sociale, in cui la diversità sociale è considerata una ricchezza e non un ostacolo alla convivialità.

La Legge Zan è il primo grande passo per una società equa, ciononostante, se sarà l’unico progetto attuato, si rivelerà un piccolissimo passo per l’Umanità, perché l’umanità non si assoggetta alle leggi ma si educa attraverso la cultura.

Matteo Pecci 4C