di Alex Nicolae (4D, corso complementare di giornalismo Liceo Marconi Pesaro)
Il rispetto per le donne passa anche attraverso il buon esempio. In famiglia ma anche tra amici, tra i miei coetanei. Infatti, se da un lato è vero che è sempre più diffusa tra noi giovani la consapevolezza della parità di genere e della necessità di avere rispetto per le donne, sono ancora troppe le ragazze che subiscono molestie in luoghi pubblici, avances o apprezzamenti pesanti a sfondo sessuale e sul loro aspetto fisico. E questa contraddizione non me la spiego. Più volte, infatti, io stesso mi sono trovato a essere testimone di episodi poco piacevoli in cui amici o anche passanti sconosciuti si sono comportati in modo inaccettabile nei confronti delle donne. “Ehi bella ti piacerebbe fare un bel giretto con me?” oppure “Ti piacerebbe un maschio vero?”. E ancora: “Ma ti sei vista allo specchio quanto sei cicciona e brutta?”. Queste sono solo alcune delle frasi che sento spesso e che mi fanno vergognare di essere maschio. Quando ho cercato di metterli a tacere, le risposte sono state: “Perché ti scaldi? Chi le conosce?” Se una è brutta, è brutta”. E in alternativa: “Dovrebbero essere contente le ragazze no? Sono complimenti”. Partendo dal presupposto che una donna possa andare in giro vestita come le pare, magra o grassa, bella o brutta, coperta o scoperta, con quale diritto noi maschi ci permettiamo di approcciarci in modo così volgare e irrispettoso? Il rispetto per le ragazze è un valore alla base della società e non può lasciare fuori noi adolescenti, anzi, noi siamo le basi su cui fondare una società giusta, senza pregiudizi e disuguaglianze. E in tutto questo la scuola ha un ruolo importantissimo perché deve insegnare non solo a combattere ma anche a riconoscere l’aggressività, i luoghi comuni e i pregiudizi di cui la “cultura” che ci circonda è spesso piena.