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L’era covid vista da una studentessa di infermieristica – Intervista

L’era covid vista da una studentessa di infermieristica

È da più di un anno e mezzo che lo conosciamo, il covid ormai fa parte della nostra quotidianità, ma com’è visto da una studentessa di infermieristica? Serena Nicolai, si è prestata in questa intervista per parlare di quello che sta vivendo ogni giorno, tra i banchi e i reparti dell’ospedale I.N.I. di Grottaferrata.

Anastasia: Presentati.

Serena: Salve a tutti sono Serena Nicolai, ho 19 anni e vengo da Roma. Sono studentessa al primo anno di infermieristica all’Uni Roma 2, meglio conosciuta come Tor Vergata.

A: In quale policlinico universitario studi e fai tirocinio?

S: All’università di Tor Vergata sono affiliati molti policlinici come il Bambino Gesù di Roma; il San Sebastiano di Frascati e l’I.N.I., ovvero Istituto Neurotraumatologico Italiano, di Grottaferrata dove attualmente studio e applico la teoria sul campo.

A: Studi o al momento ti trovi in reparto?

S: Fino a luglio, mi trovo in reparto, il DH Oncologico; mentre a febbraio, durante il mio primo tirocinio, mi trovavo nel reparto di Medicina Generale.

A: Come ti trovi in reparto? Come sono gli infermieri nei confronti di voi studenti? E i dottori?

S: In reparto mi trovo molto bene e ne sono contenta, gli infermieri hanno accolto me e il mio compagno di studi con molto entusiasmo, da loro imparo ogni giorno cose nuove: come va svolto il mestiere e il rapporto che ci deve essere tra colleghi e tra infermieri e pazienti. I dottori ci hanno detto che siamo carne da macello [risata], poiché ci fanno svolgere un po’ di tutto, anche se non di nostra competenza.

 

A: Ci sono pazienti positivi al Covid-19?

S: Si, ci sono pazienti positivi, ma grazie ai protocolli che ogni giorno mettiamo in atto riusciamo a limitare la diffusione di questo virus.

A: E quali sono i protocolli che utilizzate?

S: I protocolli sono costituiti da vari punti: innanzitutto bisogna disinfettare ed arieggiare la stanza; per quanto riguarda noi infermieri e dottori dobbiamo utilizzare i DPI, ovvero i dispositivi di protezione individuale, tra cui maschera protettiva, copricapo da sala operatoria monouso, visiera, occhiali, guanti monouso, camici protettivi ed i copriscarpe; dobbiamo fare il tampone ogni settimana, nonostante tutti siano stati vaccinati, e per ultimo, ma non per importanza, bisogna lavarsi e disinfettarsi accuratamente le mani.

A: L’ospedale dove ti trovi è presidio vaccinale?

S: Sì, da qualche mese; somministriamo più di 500 dosi al giorno del vaccino Pfizer.

A: Voi studenti avete tutti ricevuto il vaccino? Se sì, quale?

S: Sì, abbiamo dovuto fare il vaccino, il Pfizer, proprio come tutti i sanitari in Italia, per avere accesso al tirocinio nei vari reparti.

A: Cosa ne pensi di questa situazione attuale di Covid-19?

S: È una situazione che ha messo a dura prova il nostro paese, la nostra economia e tutta la sanità. Ha limitato parecchio la nostra libertà e personalmente non ho vissuto a pieno l’ultimo anno delle superiori… Non abbiamo avuto la possibilità di fare la tradizionale festa dei 100 giorni prima dell’esame e non abbiamo potuto sentire l’ebbrezza dell’ultima campanella, ma il virus ci ha insegnato ad essere più forti e più uniti di prima.

Anastasia Nicolai