di Lorenzo Sparacca (2A, corso complementare di giornalismo Liceo Marconi Pesaro)
Nessun giocatore è al di sopra della squadra, dell’allenatore e dei propri compagni. Il famoso coach internazionale di basket Brian Schofield non ha dubbi quando si rivolge ai suoi ragazzi e insegna il rispetto sul campo di gioco. Sono queste regole che io stesso cerco di tenere sempre presente non solo mentre gioco a pallacanestro ma anche nella vita di tutti i giorni. Infatti, il rispetto nello sport è strettamente collegato con il rispetto in tutti gli altri ambiti. Un giocatore corretto, secondo me, è anche un uomo corretto. Come tutti gli sportivi della mia età anche io ho grandissimo rispetto verso quello che faccio in palestra non solo nei confronti delle strutture e degli attrezzi ma anche verso la mia squadra e i miei allenatori. Onestamente, sono sempre stato una persona rispettosa anche se ogni tanto, da piccolo, mi è capitato di avere comportamenti un po’ “sopra le righe” probabilmente perché ero ancora immaturo. Per mia fortuna, però, ho sempre avuto allenatori molto “tosti” che sono riusciti a trasmettermi passione e disciplina, inculcandomi il rispetto anche delle piccole cose. Alla base di tutto c’è il rispetto verso gli avversari che non devono essere visti come nemici, come persone da combattere e insultare. Non bisogna scendere in campo prevenuti e con la certezza di avere di fronte qualcuno da trattare male. Penso che il rispetto in campo sia fondamentale e molto importante perché fa di un giocatore un gran giocatore. Solo perché un avversario indossa una divisa diversa dalla nostra non vuol dire che meriti disprezzo. Quando gioco una partita penso sempre che l’avversario sia un ragazzo come me e che fuori dal campo potrebbe anche diventare mio amico. Mai dimenticare il fair play perché serve a ricordare come lo sport, in generale, sia molto di più di una gara o di un semplice allenamento. Lo sport è una vera e propria scuola di vita.
