Uguaglianza sostanziale e formale – Intervista all’avv. Rossi
Se dovessi scegliere tra i primi 12 articoli presenti nella Costituzione italiana, quale sceglieresti?
Se proprio dovessi decidere quello che reputo fondamentale sceglierei il terzo articolo che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
In che cosa consiste il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione italiana nell’articolo 3?
L’articolo 3 enuncia che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Però questo articolo tiene conto del fatto che non basta il riconoscimento dell’uguaglianza giuridica poiché ci sono persone meno favorite che incontrano dei veri e propri ostacoli e non potrebbero sicuramente competere con altre persone nelle stesse condizioni di parità. Pertanto lo Stato devi intervenire al fine di eliminare questi ostacoli di qualunque natura siano: economica o sociale. La vera uguaglianza si ha quando a ogni cittadino sono offerte le stesse opportunità per avere pari posizioni di partenza.
Se l’articolo 3 parla dell’uguaglianza, allora perché in Tribunale spesso troviamo un grande divario tra le persone ricche e quelle meno abbienti?
Sicuramente occorre distinguere eguaglianza formale e eguaglianza sostanziale. Solamente l’eguaglianza formale non basta poiché ci possono essere casi di profonda differenza sociale o economica o addirittura entrambe ed è proprio in questi casi che viene richiesto allo Stato di intervenire al fine di rimuovere gli ostacoli attraverso questa disparità. Per esempio: a tutti i cittadini o stranieri che non posso permettersi un avvocato, viene assegnato un avvocato d’ufficio; e ancora abbiamo sempre la presenza del giudice che dovrebbe essere indipendente e imparziale.
In che cosa consistono l’eguaglianza formale e quella sostanziale? Prendendo a riferimento sempre l’articolo 3 della Costituzione possiamo dire che si parla di eguaglianza formale nel primo comma e si intende l’uguaglianza di tutti davanti alla legge ovvero: la legge è uguale per tutti e non devono avvenire discriminazioni di nessun tipo.
Di eguaglianza sostanziale ne parla il secondo comma dell’articolo 3 quando dice che le leggi, oltre ad essere uguali per tutti, devono aiutare anche le categorie più deboli. In pratica non si promette l’effettiva uguaglianza sul piano economico o sociale, ma si chiede allo Stato di agire in modo da eliminare tutti i possibili ostacoli e di fornire a tutti, gli strumenti per raggiungere l’uguaglianza.
Se tutti siamo uguali davanti alla legge perché in alcuni casi per gli italiani ci sono dei privilegi e per gli stranieri no?
La Costituzione italiana riconosce in certi casi la tutti la tutela dei propri diritti mentre in altri casi solo ai cittadini.
Siccome nell’articolo 3 si parla di “Cittadini” è sorto il dubbio che si stesse parlando esclusivamente a coloro che posseggono la cittadinanza italiana mentre altri affermavano che per “Cittadini” si intendesse l’essere umano e che quindi cittadini e stranieri avessero gli stessi diritti. La Corte costituzionale però ha rifiutato entrambe le letture. Hanno riferito che se l’articolo 3 fosse letto isolatamente allora entrambe le interpretazioni sarebbero possibili; in realtà esso non va letto in modo isolato, ma in connessione con gli articoli 2 e 10 in cui si desume un patrimonio di diritti per lo straniero. Quindi anche se l’articolo 3 si riferisse esclusivamente ai cittadini, ci sarebbero gli altri due articoli a tutelare i diritti degli stranieri.
Andrea Masserotti