Entrare nel deep web è legale?

Almeno una volta nella vita tutti noi abbiamo sentito parlare di Deep Web e Dark Web, ma cosa sono esattamente?

Quasi tutti pensano che il Deep Web e il Dark Web siano la stessa cosa, ma non è per niente così:

– il Deep Web è quella parte di internet costituita da tutte quelle pagine web a cui non è possibile accedere tramite motore di ricerca (dette pagine indicizzate, ovvero che non si posso trovare semplicemente cercando su Google); l’esempio più semplice è un qualunque portale a cui è cui è necessario accedere tramite dei dati di login (come esempio l’area sul sito della scuola o dell’università).

– Nel Dark web invece, a differenza del Deep Web, per navigare servono dei browser specifici (non possiamo usare browser che utilizziamo tutti i giorni per andare su Facebook o su Youtube). Il Browser più utilizzato per navigare all’interno del Dark Web si chiama Tor, che, oltre a consentirci di navigare su siti non convenzionali (estensione .onion), ci permette una navigazione completamente anonima.

Proprio quest’ultima caratteristica ha una duplice valenza in quanto da un lato può essere uno strumento molto prezioso per coloro che sono privati della loro libertà d’espressione (come ad esempio in determinati regimi totalitari, permettendo di diffondere al mondo intero la propria condizione), ma dall’altro quest’anonimato consente la diffusione di informazione illecite (come costruire una bomba, come preparare un attentato terroristico ecc.) e il commercio illegale (vendita di droga, materiale pedo-pornografico, traffico di umani, armi ecc.).

Per contrastare la diffusione di queste attività illecite sono state costituite, a livello mondiale, delle task force di “pirati” informatici che, in particolare nell’ultimo periodo, sono riusciti a sventare attentati terroristici, a prevenire omicidi su commissione e ad arrestare numerosi trafficanti di droga, nonché assicurare alla giustizia pericolosi pedofili. Anche in Italia l’organo che si oppone a questo tipo di crimini, la polizia postale, è stato molto attivo arrivando a concludere con successo clamorose operazioni di arresto.

Dunque la navigazione in se per se non costituisce reato, ma quest’ultimo si consuma nel momento in cui si usufruisce o si pubblicano determinati contenuti che hanno una rilevanza penale.

Emanuele Smisi 4D

 

Per approfondire il tema degli arresti della polizia postale:

https://www.commissariatodips.it/notizie/arg/pedofilia-on-line/index.html