La sindrome di Stendhal

La sindrome di Stendhal, conosciuta anche col nome di sindrome di Firenze, è un disturbo di tipo psicosomatico che provoca battiti accelerati del cuore, capogiro, vertigini e confusione, se non addirittura allucinazioni in persone che si trovano a guardare determinate opere d’arte, ma non solo. Il primo ad averla subita è stato lo scrittore francese Marie-Henri Beyle, noto come Stendhal nato a Grenoble nel 1783 e morto 1842 a Parigi. Durante il Grand Tour che fece in Italia nel 1817 disse; “Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce ebbi un battito al cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere.”

Generalmente, la sindrome di Stendhal si presenta in maniera improvvisa e imprevedibile, tuttavia, chi ha già sperimentato la sua sintomatologia possiede probabilità maggiori di manifestarla nuovamente in seguito alla visione di altre opere. Colpisce persone esperte o inesperte d’arte che si trovano in una situazione emotiva molto coinvolgente. L’impatto emotivo con un’opera d’arte, infatti, è determinato da molteplici fattori, alcuni dei quali di tipo esterno, culturali, intellettuali ed altri più direttamente collegati ai nostri vissuti individuali, in particolare alle prime esperienze emozionali della nostra infanzia, che costituiscono il modello concettuale primario dell’esperienza estetica. Si dice che gli italiani non soffrono della sindrome di Stendhal perché, fin dalla nascita sono a contatto con opere d’arte , quindi messi al cospetto di un quadro di così tanta bellezza non soffrono dei sintomi causati dal disturbo. Tanto è stato scritto su questo disturbo e tanti sono i film girati, come quello di Dario Argento, intitolato proprio “La sindrome di Stendhal”, dove la vita di una donna cambia per sempre dopo che resta preda del potere ipnotico e misterioso di un quadro. Molti sono i quadri che secondo me possono provocare la sindrome, come la “Creazione di Adamo” di Michelangelo, la “Nascita di Venere” di Botticelli, la “Gioconda” di Leonardo Da Vinci, e molti altri. Un caso recente è quello di Emanuele Aloia, una delle novità più interessanti nel panorama musicale, che con un album dal titolo “Sindrome di Stendhal” si esibisce con brano agli Uffizi davanti alla “Nascita di Venere” di Botticelli.

L’arte in tutte le sue forme provoca lo stordimento dell’anima.

Giacomo Palazzi 3AL