Procede il piano vaccinale, ma arrivano le varianti

Procede il piano vaccinale, ma arrivano le varianti

Da quando a fine dicembre 2020 sono stati approvati i primi vaccini, più di 250 milioni di persone in tutto il mondo sono state vaccinate e gli esperti di sanità pubblica stavano iniziando a vedere come questa prima dose stesse affrontando il virus. Chi era stato sottoposto alla distribuzione del vaccino, sembrava avere meno probabilità di ammalarsi di COVID-19 o bisogno di ricovero per la malattia. Il vaccino era risultato efficace nell’abbassare il rischio di contrarre forme gravi della patologia; inoltre era stato considerato che questo potesse addirittura prevenire la possibilità di essere in primo luogo infettati, un fattore importante nel bloccare la diffusione del virus.

Questa osservazione estremamente critica, è stata però interrotta quando sono state scoperte alcune varianti del SARS-CoV-2 in Inghilterra e Sud Africa. La somministrazione dei vaccini AstraZeneca e Pfizer-BioNtech è stata sospesa e nuove misure preventive sono state attuate in numerose nazioni.

Gli scienziati e i ricercatori ora si domandano come e se questi vaccini affronteranno le nuove versioni infettive che si stanno diffondendo molto velocemente, dominando nuovi casi in molti paesi.

I due vaccini stavano mostrando una protezione efficace contro il virus, ma gli anticorpi generati contro le nuove versioni sono ancora troppo deboli per poter evitare di ammalarsi. Infatti il virus è capace di trasformarsi e trovare diversi modi per poter infettare nuove persone. Per evitare questo era stata proposto di aumentare il ciclo di terapia da due dosi a tre per ogni individuo: in questo modo era possibile vedere se con un’ulteriore iniezione le risposte immunitarie contro le principali varianti virali sarebbero aumentate.

“Vogliamo sempre essere un passo avanti rispetto al virus”. Così il direttore scientifico della Pfizer, Mikael Dolsten si rivolge al pubblico durante un’intervista rilasciata lo scorso 22 Marzo. Dolsten, che ha già presentato il proprio programma per l’aumento della dose del vaccino, ha come primo obiettivo quello di ridurre il peso della malattia soprattutto sui sistemi di assistenza sanitaria e magari riuscire anche a fermare il virus stesso. Questo però non potrà verificarsi, secondo lo scienziato, fino a quando una grande percentuale di popolazione non sarà vaccinata e si riuscirà quindi a rilevare la reazione del virus ad un crescente muro di immunità mondiale.

WORLD VACCINATION HAS BEGUN, BUT NEW VARIANTS OF THE VIRUS ARE COMING

Since the first vaccines were approved in late December 2020, more than 250 million people around the world have been vaccinated and public health experts were starting to see how this first dose was coping with the virus. Those who had been subjected to the distribution of the vaccine, seemed less likely to get sick with COVID-19 or need hospitalization for the disease. The vaccine was effective in lowering the risk of contracting serious forms of the disease; it was also considered that this could even prevent the possibility of being first infected, an important factor in stopping the spread of the virus.

This extremely critical observation, however, was interrupted when some variants of SARS-Cov-2 were discovered in England and South Africa. The supply of Astrazeneca and Pfizer-Biontech vaccines has been suspended and new preventive measures have been implemented in many countries.

Scientists and researchers now wonder how and if these vaccines will address the new infectious versions that are spreading very quickly, dominating new cases in many countries.

The two vaccines were showing effective protection against the virus, but the antibodies generated against the new versions are still too weak to avoid getting sick. In fact, the virus is able to morph and find different ways to infect new people. To avoid this, it was proposed to increase the cycle of therapy from two doses to three for each individual: in this way it was possible to see if with an additional injection the immune responses against the main viral variants would increase.

“We always want to be one step ahead of the virus”. So the scientific director of Pfizer, Mikael Dolsten addresses the public during an interview given last March 22. Dolsten, who has already presented his program for increasing the dose of the vaccine, has as its first aim to reduce the weight of the disease especially on health care systems and perhaps also succeed in stopping the virus itself. However, according to the scientist, this will not happen until a large percentage of the population is vaccinated and the reaction of the virus to a growing world immunity wall can be detected.

Massarini