Banksy, un Robin Hood tra gli artisti

Banksy è uno degli street-artist più famosi al mondo. Conosciuto per le sue famosissime opere a grande carattere significativo, ha una visione tutta sua dell’arte che usa a fini di protesta su temi di carattere sociale con graffiti e quadri in stile serigrafico. A Roma si è appena conclusa una bella mostra al Chiostro del Bramante. Alcune opere sul tema della guerra ci sono piaciute talmente tanto che abbiamo voluto analizzarle e interpretarne il significato.

La storia di questo artista è particolare. Nonostante le sue opere siano molto popolari e anche molto quotate, ha deciso di non mostrarsi: dipinge sempre con un cappuccio in testa, non partecipa a nessun evento che lo riguardi e ancora oggi non compare nemmeno una sua singola foto nel web. Ciò che si sa di lui è solamente che è di origine britannica e che non ha neanche un minimo margine di profitto per sé. Dipingendo su muri urbani degradati, infatti, il proprietario di questi murales non è l’artista, bensì il fortunato possessore della “tela”, ossia del supporto sul quale il murales è realizzato, il quale è libero di farne ciò che desidera e decidere quindi se venderlo o tenerlo per sé.

Banksy quindi è una vera e propria icona nel suo campo, ed una grande fonte d’ispirazione per tutti, soprattutto per i giovani come noi.

Analizziamo di seguito alcune opere, mettendone in evidenza il messaggio e il procedimento che l’artista usa per comunicarlo.

Flag Silver

L’opera prende le mosse dalla battaglia di Iwo Jima, precisamente dalla foto icona scattata da Joe Rosenthal nell’anno 1945.

Questa foto è diventata l’emblema della vittoria americana, dei soldati che issano la loro bandiera.

Banksy interpreta questa foto sostituendo i soldati con un una gang di bambini del sobborgo di di Harlem alla conquista di un’auto parcheggiata.

Tre di loro piantano vittoriosamente la loro bandiera sul tetto dell’auto, proprio come i soldati nella foto di Rosenthal, mentre altri bambini si intrufolano nella macchina devastandola. Il messaggio di Banksy allude alla distruzione della macchina come azione analoga alla distruzione della guerra.

Bomb Hugger

L’opera rappresenta una bambina con i capelli legati a coda di cavallo che abbraccia una bomba come se fosse un peluche. Lo sfondo rosa aggiunto da Banksy accentua l’innocenza della bambina, suscita ansia e sconcerto per la quotidianità della guerra e rende l’immagine una pungente critica ai governi e ai media quando dipingono la guerra con colori positivi.

Un’immagine simile apparve su un muro a Londra.


Napalm

L’opera si rifà ad una foto scattata da Nick Ut in Vietnam nel 1972: l’urlo disperato della bambina Kim Phuc nuda e gravemente ustionata dal napalm, riversato sulla popolazione viet kong dai bombardieri americani.

Banksy decide di inserirla nell’idilliaco contesto di un parco di divertimenti in cui i bambini sono accompagnati per mano da sorridenti Mickey Mouse e Ronal Mc Donald.

Il contrasto fra l’urlo di dolore della bambina e il sorriso delle due mascotte è agghiacciante, ma fa perfettamente intuire la satira di Banksy sul diverso trattamento riservato ai bambini dei paesi non occidentali.

Golf Sale

Ancora una volta Banksy si ispira ad una foto scattata nel 1989 in piazza Tienanmen a Pechino da Jeff Wideren, immortalando quello che è il simbolo della primavera democratica cinese.

L’opera rappresenta un giovane manifestante che ferma con il suo corpo una colonna di carri armati giunti per reprimere la protesta popolare.

Il cartello “Golf Sale” delle svendite di fine stagione, che Banksy inserisce nella reinterpretazione in bianco e nero della foto, è una amara riflessione sulla difficoltà di distogliere e fermare la repressione armata del potere.

 

Tiziano Magi e Matteo Ricci, 3G