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Recensione del saggio “L’adolescenza in Samoa” di Margaret Mead

L’adolescenza in Samoa, conosciuto anche con il titolo L’adolescente in una società primitiva. Uno studio psicologico della gioventù primitiva ad uso della società occidentale, pubblicato nel 1928, è un classico per chi studia o è appassionato di Antropologia culturale, e offre spunti di riflessione validi anche per i genitori di figli adolescenti di qualunque etnia e cultura!
È estremamente descrittivo e poco discorsivo: per i primi dieci capitoli parla unicamente delle abitudini della popolazione samoana, con frasi brevi e concise. Negli ultimi capitoli tratta le tematiche che più stanno a cuore all’antropologa statunitense, abbandonando lo stile più telegrafico e scientifico dei primi capitoli. È interessante l’introduzione, nella quale l’autrice spiega tutte le ragioni che l’hanno spinta a studiare questa popolazione e solleva interessanti questioni sul rapporto psicanalisi-adolescenza e sull’impossibilità di studiare gli adolescenti secondo un metodo rigoroso a causa della loro vasta varietà. Nello specifico, dunque, questo lavoro mostra i risultati della ricerca sull’adolescenza condotta dagli antropologi americani a Samoa. Margaret Mead nel libro racconta tutto ciò che ha imparato e tutti gli aspetti analizzati di questa cultura molto diversa dalla nostra, studiando soprattutto gli stili di vita e i rituali di preparazione alla pubertà, confrontandoli con quelli delle nostre società occidentali. E sono tate le differenze, a cominciare dalla crescita e dall’educazione dei bambini: i bambini dovrebbero essere allattati al seno per un massimo di due o tre anni, perché questo è il modo più semplice per calmare il pianto. Dopo lo svezzamento, vengono affidati in famiglia a una bambina di  7 anni, che li porterà sempre con sé, e quando essa raggiungerà i 16 anni, delegherà il suo compito ad un’altra bambina per iniziare a lavorare attivamente nelle piantagioni o per tessere. Il compleanno in Samoa non viene festeggiato. I ​ più grandi possono governare i bambini più piccoli, infatti l’età non ha grande importanza, ciò che è importante è la differenza di genere. I parenti del sesso opposto, infatti, non possono abbracciarsi o sedersi vicino. Nella famiglia, tra genitori e figli non c’è un vincolo esclusivo, di solito i bambini non vivono sempre nella stessa residenza, ma restano nelle case dei parenti.
Sono gli uomini che si occupano della gestione della cucina, mentre le donne coltivano la terra e stringono amicizia tra i 15 ei 16 anni. Principalmente sono i ragazzi di sesso maschile che sentono il bisogno di un amico o meglio di un confidente che li aiuti a scegliere una ragazza.  Se il padre della prediletta accetta il ragazzo, il matrimonio è organizzato, e spesso lo sposo viene scelto per ottenere vantaggi economici. Non ci sono molte formalità per quanto riguarda il divorzio, in quel caso uno dei coniugi torna alla dimora di origine. Le giovani coppie fanno sesso prima del matrimonio e l’amore di genere romantico e la monogamia non esistono a Samoa; non c’è differenza tra donne sposate e non sposate.
Una delle attività più importanti è la danza ed è l’unica attività a cui partecipano uomini e donne di quasi tutte le età. Il ballo è caratterizzato da mosse comiche, da giochi semplici, dall’esagerazione delle figure più comuni, dal rumore fatto battendosi con la palma distesa sulla bocca aperta e dal saltare e pestare i piedi sul pavimento. La bambina che impara a ballare può scegliere fra queste forme e può disporre di 25 o 30 figure per combinare le tre danze ciò che è importante e osservare i singoli i ballerini.
Mead ha concentrato la sua attenzione su trenta ragazze di età compresa tra i dieci e i vent’anni e ha analizzato tutti gli aspetti della loro vita. Ha notato che il vocabolario delle ragazze era limitato perché si erano prese cura delle bambine sin da quando erano giovani e non partecipavano alle riunioni degli adulti. Tuttavia, a differenza delle ragazze occidentali, i giovani samoani conoscono molti aspetti della vita reale poiché partecipano al parto, ai funerali, alle autopsie pubbliche e attività sessuali segrete di ragazze più grandi. Si può vedere che anche in termini di sesso sono molto informate,  iniziano a masturbarsi da 6-7 anni e dall’adolescenza hanno esperienze eterosessuali e omosessuali.
L’antropologa divide i conflitti in due tipi: le ragazze che deviano verso l’alto: non sono soddisfatte della propria situazione, vogliono intraprendere una carriera, istruirsi e avere una relazione con lo stesso sesso e le ragazze che invece deviano verso il basso: trasgressive perché non sanno rispettare i propri valori e sono in conflitto con il gruppo.
Margaret Mead in conclusione ha trovato una risposta alla domanda che si era posta all’inizio: l’adolescenza non causa tensione a Samoa, e infine afferma che il modello educativo samoano è positivo per una società semplice come l’isola di Taʻu, ma non avrà lo stesso impatto positivo in Occidente. Tuttavia la soluzione per eliminare i conflitti è il non imporre ai bambini e agli adolescenti delle decisioni prestabilite.
Gaia Corbetta 4A