“Bellezza” e moda, la donna nel corso dei secoli

Stretto, lungo fino alla vita, il corsetto appiattiva il ventre e metteva in risalto la rotondità del seno, veniva veniva tirato al massimo, così da trasformare il busto di una donna in clessidra, con spalle larghe, vitino stretto e fianchi abbondanti. Il corsetto era un indumento usato dalle donne per attenersi alla moda lanciata nel XVI secolo, in Europa, che le voleva con una vita affusolata che simboleggiasse la fragilità e la sottomissione della donna per l’uomo. Era, inoltre, simbolo di verginità, ricordando le forme dell’adolescenza.

Tra la fine del XIX secolo ed i primi anni del 1900, le donne si ispiravano alla “gibson girl”, un’ idea di bellezza femminile creata dall’illustratore Chearle Dana Gibson che ha creato il primo standard di bellezza nazionale negli Stati Uniti.  Negli anni ’20 entrarono in scena le “flapper ladies”, nuova generazione di donne, nell’ambito anglosassone. La donna diventò più disinibita, e libera. Il trucco era eccessivo, fumavano e ballavano il charleston, indossavano abiti a vita a bassa con frange e lustrini, camminavano ondeggiando in un “flapping”, lo sbattere d’ali degli uccellini al primo volo. Ma, soprattutto, la donna iniziò a violare la morale sessuale del tempo. Erano donne decise dal corpo androgino, non più femminile, come nel secolo precedente. La diva per eccellenza era Alice Joyce, con capelli corti, seno piccolo e fianchi stretti. Negli anni Trenta ritornarono in voga le forme morbide, in un ritorno alla sensualità e all’ostentazione  delle curve. Ciò significa un fisico da sirena, con seno e fianchi generosi. I simboli di questa decade sono le attrici della vecchia Hollywood, come Jean Harlow e Marene Dietrich.

Negli anni ’40 l’estetica della donna cambiò ancora una volta. In un periodo così difficile, alle donne veniva chiesto di essere autosufficienti e indipendenti. Niente più fronzoli, si prediligeva uno stile militaresco, molto simile alle divise maschili usate in guerra, con giacche dalle grandi spalline. Simbolo della donna indipendente divenne Katherine Hepburn, prima rappresentante del nuovo trend della donna forte. Negli anni ’50 ritornarono le curve e le forme morbide, dalla bellezza prorompente, con seno e fianchi morbidi e anche un po’ di pancetta.

Siamo ancora lontani dalla rivoluzione culturale femminista. Ci sono donne che si rivedono nel modello della femme fatale, Come Marilyn Monroe e Sophia Loren.

Negli anni ’60, con la prima di rivoluzione culturale e femminile, cambiò nuovamente il canone di bellezza delle donne. Basta con le forme sinuose e morbide Fu il via libera alle donne dalle forme androgine. Si richiedeva una figura minuta e agile, senza forme. Negli anni del lancio della minigonna, le forme femminili erano quasi inesistenti. Simbolo di questi anni rivoluzionari, fu la modella Twiggy, mentre la minigonna spopolava sulle passerelle e  per le strade. Le donne degli anni ’70 avevano fisici magri e tonici, sempre in forma. Fu la decade della disco-music e ritornò in auge il fenomeno delle pin-up, ma non più formose come gli anni precedenti: le spalle erano larghe, i fianchi stretti, i corpi atletici. Si diffuse la cultura dello sport e veniva apprezzato il corpo longilineo, tonico e scattante.

Con gli anni ’80 è scoppiato il boom delle supermodelle, con un’idea di bellezza difficile da raggiungere. Il fisico è proporzionato, il seno abbondante, la vita sottile e le gambe lunghissime. E’ il tempo dei body e dei costumi sgambatissimi, le donne sono immagine di benessere e le regine incontrastate sono le numerose super modelle che imparano in questi anni, proprio come Cindy Crawford, Claudia Schiffer e Naomi Campbell.

Negli anni ’90 si rinnova il canone di bellezza, grazie anche al successo avuto dalla modella Kate Moss. Non viene più richiesto un fisico da barbie moda: la nuova bellezza è rappresentata da corpo asciutto, quasi emaciato. Il cambiamento di bellezza della donna si rispecchia nel cambiamento della donna nella società: non più moglie e madre, ma una donna che si impegna nella vita professionale, alla ricerca di un potere economico autonomo e di successo. Sulle riviste di moda inizia la propaganda del “magro é bello” ed il pericoloso binomio magrezza e potere sociale. Nella prima decade degli anni 2000 torna in auge il corpo atletico e muscoloso, simbolo di una donna nuova. Vengono esibiti pance piatte ed addominali scolpiti. Simbolo di questo nuovo cambiamento sono le regine del pop, come Madonna e Britney Spears.

Nella decade attuale, troviamo un melting pot di forme. Ci si ispira alle star di Instagram e di Internet. Possiamo notare come un fisico con seno e fianchi abbondanti e vitino da vespa vadano per la maggiore, anche grazie a qualche ritocchino. Molte donne, infatti, fanno ricorso alla chirurgia estetica e a protesi per il lato B. E’ la generazione di Instagram a dettare legge,  anche se il fisico statuario e atletico non è tramontato.

Mariapia Guercio, IV B SIA