La Guerra dei Trent’anni, analisi e riassunto

All’inizio del XVII secolo l’intera Europa era totalmente travolta da carestie, debolezza delle monarchie epidemie e cali demografici. Ciò causò forte scompiglio tra le grandi potenze europee che alimentò una guerra denominata “guerra dei trent’anni” perché durò esattamente trent’anni, dal 1618 al 1648. Inizialmente iniziò come una guerra religiosa, ma successivamente divenne anche politica.

La Germania del XVII era frammentata, sia territorialmente che religiosamente. Territorialmente era diviso in tantissime unità che rispetto al potere all’Impero si processavano autonome. Oltre a ciò erano autonome anche per quanto riguarda la sfera religiosa, dove gli equilibri che prima vi erano con la pace di augusta iniziarono ad essere messi in discussione. Successivamente i principi si unirono con un alleanza, dove nel 1608 professarono l’unione evangelica. Per difendersi i cattolici fecero lo stesso l’anno successivo con l’appoggio del papa e della Spagna.

Nel 1617 Ferdinando di Amburgo era salito sul trono di Boemia e intraprese una politica incentrata sulla limitazione della libertà di culto. Ciò fece infuriare i protestanti che fecero irruzione nel palazzo durante una riunione a Praga e lanciarono i magistrati dalle finestre. Questo avvenimento venne ricordato come “defenestrazione di Praga” e segnò forte indignazione che scaturì una ribellione in Boemia. Infatti Ferdinando II, salito al trono nel 1619, vinse la battaglia della Montagna Bianca, presso Praga, nei confronti dei protestanti. Successivamente proseguì con l’occupazione del Palatinato, vietando il diritto di voto al principe Federico V.

La Spagna si alleò con Ferdinando II, ma ciò causò l’allarmismo delle altre potenze europee, perché temevano la creazione di una grande Germania. Nel 1625 infatti la Danimarca di Cristiano IV, un protestante, siccome era confinate con la Germania, scese in guerra, ma venne sconfitta in numerose sconfitte fino al 1629 che, con la pace di Lubecca, scaturì il ritiro dalla guerra della Danimarca.

Ciò spinse a far entrare in guerra la Svezia del re Gustavo Adolfo. Per prima cosa vinse alcune battaglie e occupò dei territori dell’impero, ma successivamente perse molte battaglie fino al 1635 con la pace di Praga.

Richelieu, primo ministro francese, aveva capito che in caso di vittoria degli Asburgo avrebbe gravemente indebolito la Francia. Fu così che le truppe spagnole avanzarono fino ad arrivare vicino Parigi ma a causa di un loro cedimento vennero sconfitti nella battaglia a Rocroi nel 1643. D’altra parte i protestanti erano favorevoli ad una pace perché oramai questa guerra era insostenibile sia economicamente sia per il numero di persone. Iniziarono le negoziazioni nel 1644 a Vestfalia e si conclusero nel 1648 e ciò sancì numerosi principi: La Francia estese i propri confini orientali sul Reno, le provincie unite vennero riconosciute dalla Spagna come Stato autonomo e infine la Svezia ottenne vari territori dalla Germania settentrionale.

Riguardo la questione religiosa invece fu confermata la Pace di Augusta e fu estesa la tolleranza anche ai calvinisti. Questo segnò il fallimento della Germania di imporre il cattolicesimo nel paese. Francia e Spagna invece, non avevano svolto alcuna trattativa in Vestfalia. Grazie all’alleanza di Mazzarino con l’Inghilterra, gli spagnoli furono sconfitti dalle truppe anglo-francesi nel 1658 a Dunkerque nella battaglia delle dune. Con la pace dei Pirenei del 1659 la Spagna perse diversi territori e numerose roccaforti nelle Fiandre e nel Lussemburgo.

Lorenzo Lauri IVE sc