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L’adolescenza nelle isole dell’arcipelago di Samoa. Una recensione del saggio di Margaret Mead

Margaret Mead, scrittrice del libro “L’adolescenza nelle Samoa”, nacque in Filadelfia nel 1901 e si laureò in Filosofia nell’università di New York. Essa è stata una delle più note antropologhe di tutti i tempi poiché fu una delle prime ad effettuare delle indagini su campo durante i suoi numerosi periodi trascorsi a contatto con diverse popolazioni. Essa in questo libro analizzò il problema dei turbamenti associati al periodo adolescenziale andando ad individuare le caratteristiche e le differenze dell’Isola Samoa rispetto alle sue origini. Quest’ultima si trova nei mari del sud poco distante dall’Equatore abitata da una popolazione bruna polinesiana, la scrittrice dedicò in particolare le sue ricerche alle bambine e adolescenti femmine. In questo popolo il giorno iniziava non appena cominciava l’alba. I ragazzi andavano immediatamente a pescare, le donne portavano il bucato al mare o alla sorgente oppure andavano a cercare materiale per tessere. A mezzogiorno, quando ormai il sole era cocente tutti cercavano di ripararsi dal sole, tornando a casa o mettendosi panni umidi intorno alla testa. Subito dopo aver mangiato bambini e anziani andavano a letto poiché il giorno era destinato alle discussioni dei giovani, di notte molto spesso si riunivano due membri della famiglia per parlare degli avvenimenti del giorno e per fare progetti per il giorno successivo. Nelle Samoa si dava poca importanza ai compleanni, persino le mamme dimenticavano la data di nascita dei loro figli. Per loro tradizione il primo figlio doveva sempre nascere nel villaggio della madre e solo ad esso si dava molta importanza, in tale occasione vi era una festa con i parenti nella quale era tradizione arrostire il maiale, la levatrice aveva il compito di tagliare il cordone con un coltello nuovo di bambù. Quest’ultimo se è una femmina viene seppellito sotto un gelso con auspicio che diventi una brava massaia, se il nascituro è maschio viene gettato in mare se si augura che diventi un bravo pescatore oppure piantato sotto una pianta di taro nel caso si augura che diventi un buon contadino. I bambini sono sempre allattati al seno della madre o una balia fino a tarda età e sin da subito la loro alimentazione è composta da altri cibi che venivano masticati dalla madre e poi messi in bocca al bambino. Dei neonati si occupava una bambina di sei o sette anni poiché l’educazione di essi era molto semplice fino ai quattro anni. Le bambine che si occupavano di loro lasciavano questo compito non appena diventavano abbastanza forti da poter portare carichi pesanti e, poiché esse non si erano mai occupate di mansioni simili, iniziavano con lavori molto semplici come sbucciare le banane e arrostire cibi in cucina, ma il compito principale della ragazza era quello di imparare a tessere acquisendo inoltre tecniche diverse. L’isola Samoa era organizzata in villaggi composti ognuno circa da quaranta nuclei familiari, ciascuno presidiato da un matai, egli rappresentava tutti i membri della sua famiglia e ne era responsabile. Le loro case erano sempre aperte dove tutti i componenti del villaggio potevano sostare in ognuna di esse quando e come desideravano, infatti i bambini che vivevano sempre nella stessa casa erano ben pochi, essi preferivano cambiare residenza in base alle proprie necessità, ogni parente era infatti considerato qualcuno dal quale si poteva apprendere qualcosa al quale bisognava portare un infinito rispetto. I bambini fino ai sedici anni non avevano alcun posto all’interno della società. In quest’ultima, la moglie del capo più alto riceveva i massimi onori ed esse dipendevano completamente dai mariti per la loro posizione gerarchica. Nelle Samoa vi erano pochi tabù a differenza di altre parti della Polinesia, infatti le donne durante il periodo mestruale non erano considerate pericolose o causa di contaminazione, non avevano infatti nessun obbligo di isolamento. Le donne erano solamente escluse dalle attività di pesca perché considerate un pericolo. Tuttavia alle donne in gravidanza erano proibite le attività in solitudine. La donna inoltre aveva il diritto di veto sulla vendita dei terreni ed era suo compito preparare i corpi per la sepoltura. L’antropologa si occupò anche dell’analisi delle adolescenti nei rapporti con il sesso opposto, individuò un primo atteggiamento di antipatia verso essi e desiderio di evitarli, questo comportamento si presentava fino al periodo di pubertà. Nella maggior parte dei casi le prime esperienze venivano fatte con uomini anziani. Oltre al matrimonio vero e proprio erano riconosciute altre due tipologie di relazioni: l’amore fra giovani non sposati e l’adulterio, tra i non sposati vi erano inoltre tre diverse forme di relazione ed inoltre nella loro cultura non vi erano conflitti con la suocera bensì essa veniva rispettata in quanto donna più anziana della famiglia. La scrittrice analizzò in modo molto accurato il tema della verginità della donna. Quest’ultima considerato un vero e proprio requisito legale, al matrimonio il capo oratore è incaricato di portare allo sposo la prova della verginità e in caso essa non lo fosse veniva gravemente ferita per vendicare la vergogna inflitta alla casa. La verginità rendeva la ragazza più attraente, infatti godere i favori di una vergine era considerata un’impresa gloriosa. Prima del matrimonio lo sposo tornava nel suo villaggio originale al quale veniva riservato un terreno sul quale costruire una casa per la futura moglie e i figli. Nelle isole Samoa veniva molto spesso praticata la danza, alla quale potevano partecipare tutti e offriva dunque un’occasione per l’educazione. Essa era un’attività che poteva essere svolta in gruppo o individualmente, aveva inoltre il compito di offrire un modello e dare animazione alle feste ed intrattenimento, uno spettacolo di danza veniva considerato inoltre la più grande cortesia per gli ospiti e favoriva la riduzione della timidezza. Nella conclusione del libro la scrittrice trae le somme della sua indagine affermando che l’unica trasformazione vera e propria vi era solo dal punto di vista fisico chiedendosi dunque il perché nelle Samoa l’età dello sviluppo era molto meno complicata rispetto all’occidente arrivando a conclusione che loro avevano uno stile di vita molto più tranquillo sotto questo punto di vista, mentre noi altri abbiamo numerosi turbamenti dovuti a numerose contraddizioni e distinte opinioni nella società. La società infatti pone davanti al giovane delle scelte le quali mandano in totale confusione quest’ultimo infatti la scrittrice propone come soluzione la riduzione della tensione verso gli adolescenti poiché considera l’adolescenza non più come un periodo di cambiamenti di tipo fisiologico bensì come momento di crescita verso una maturità maggiore destinata ad essere ricca di conflitti. L’antropologa infine propone di aiutare i ragazzi educandoli affinché riescano ad avere una tranquillità fisica e mentale rassicurandoli del fatto che nessuna opinione è migliore di un’altra.

Sara Sideri, Aurora De Santis, Camilla Martorelli, classe 4A