L’influenza della pubblicità

Quante volte siamo rimasti inizialmente abbagliati da una pubblicità, perché magari etichettava un prodotto come il migliore, mostrandone le infinite caratteristiche che lo differenziavano dalle altre, per poi, dopo averlo comprato, rimanere profondamente delusi?

Da un lato la pubblicità è responsabile della maggior parte delle azioni commerciali ma dall’altro essa ha il solo obiettivo di convincere i consumatori a comprare; quindi è tutto tranne che onesta.

La prima forma di pubblicità televisiva fu il carosello, un programma serale costituito da vari sketch pubblicitari. Parallelamente allo sviluppo industriale si giunse ad una società basata sui consumi e le pubblicità cominciarono a proliferare anche in televisione.

Oggi giorno la pubblicità ci assale ovunque: per strada attraverso grandi manifesti; in radio o in televisione; anche nei posti più assurdi, come ad esempio negli aerei con i giornali di bordo dove decine di pagine sono occupate da spazi pubblicitari di profumi, cibi raffinati, prodotti elettronici. Basti anche pensare alle numerose musichette di sottofondo che troviamo in molte pubblicità che il nostro cervello assimila e ricorda per svariato tempo; o alle scelte che molte volte facciamo nei supermercati solo perché magari ci ricordiamo delle pubblicità nelle quali ne venivano esaltate le qualità. In effetti come disse il sociologo Georg Simmel riguardo la moda “si tratta semplicemente del congiungere la tendenza all’eguaglianza e quella della differenziazione individuale”. Infatti oggi la pubblicità ci influenza sotto ogni minimo aspetto, dal modo di mangiare, di vestire, ed in alcuni casi anche di vivere. Ciò accade soprattutto tra i giovani. E gli agenti pubblicitari, infatti, si sono accorti di questo: che è molto più facile agire con una fitta propaganda sul mondo dei giovani, più manipolabile a causa di una non ancora raggiunta maturità, che su quello degli adulti che, bene o male, offre certe resistenze.

Spesso poi, i pubblicitari lanciano i messaggi con astute trovate linguistiche volte a colpire l’attenzione e la fantasia del pubblico esercitando su di lui un effetto davvero efficace. Ci sono però anche degli aspetti positivi che caratterizzano il messaggio pubblicitario: il forte stimolo economico che dà all’emittente televisivo, permettendo di guadagnare con la tv; permette l’esistenza stessa delle emittenti, e permette alla gente di sapere le qualità di certi prodotti, anche se, come dobbiamo tenere sempre a mente, la pubblicità è ovviamente di parte.

Finora ho parlato di pubblicità economica, la più diffusa, ma non bisogna dimenticarsi quella “sociale”, un’altra parte “buona” della pubblicità, come le comunicazioni Mediafrend (mediaset) o di Pubblicità Progresso (rai), a favore di cooperative per il bene nel mondo come Emergency, fondi per la ricerca contro il cancro o altre malattie come l’Alzheimer o ancora raccolte fondi.

Si può quindi senza dubbio affermare che la pubblicità è un grande potere del mondo moderno. Ritengo quindi che bisogna essere in grado di distinguere la pubblicità informativa da quella ingannevole. C’è bisogno che ognuno ragioni con la propria testa e cerchi di sviluppare un senso critico adatto a discernere i contenuti che ci vengono proposti abitualmente, tenendo anche in considerazione che la nostra è un tipo di economia basata sul consumismo che si serve quindi della pubblicità per aumentare la produzione di beni.

Giulia Stelluti 5E