Recensione della serie “Navillera”

  • Titolo internazionale: Navillera
  • Paese d’origine: Corea del Sud
  • Lingua originale: Coreano
  • Genere: Drammatico
  • Scrittore: Lee Eun-mi
  • Direttore: Han Dong-hwa
  • Produttori esecutivi: Oh Yeong-rim, Sono Seung-jin
  • Distributori: tvN e Netflix
  • Episodi: 12
  • Durata: 61-70 minuti
  • Rilascio: Marzo 22, 2021 – Aprile 27, 2021

Trama

Basata sull’omonimo Webtoon pubblicato dallo scrittore Hun e l’illustratore Ji-min tra il 2016 e il 2017, racconta delle vicende di due personaggi.

Sim Deok-Chool (Park In-Hwan) è un anziano signore, malato di Alzheimer e a causa di ciò, si è ritirato dal suo lavoro di impiegato dell’ufficio postale. Il suo più grande sogno è quello di fare danza classica, ma a causa di eventi sfortunati nella vita non riesce ad esaudirlo. Ora, all’età di 70 anni, vuole diventare un ballerino e si inscrive in una scuola di danza, dove li incontra Lee Chae-Rock (Song Kang), un ex-calciatore, che all’età di 23 anni si avventura nel mondo del balletto, scoprendo di essere estremamente talentuoso, ma a causa di una situazione familiare disastrosa, il suo desiderio di ballare svanisce. Ma proprio quando le avversità lo stanno privando della volontà di andare avanti, il suo insegnante gli assegna un manager, un anziano signore che con pazienza, entusiasmo e affetto paterno salva dal baratro il giovane protagonista, ottenendo in cambio preziose lezioni di ballo.

Recensione

Si tratta di una fiction ben recitata, scorrevole nei dialoghi, trattando di temi non scontati, come una malattia mentale, soprattutto in serie K-drama destinate principalmente ad un pubblico giovanile, raccontando amori giovanili con i classici cliché. Come nei K-drama è presente l’accostamento di sequenze umoristiche e giocose alternate a scene drammatiche dove la vera trama viene sviluppata; interessanti sono anche le scene dei balletti e la scelta delle musiche che forniscono un esperienza completa riguardo il mondo della danza classica.

La scelta degli attori risulta adeguata perché recitano la loro parte entrando nel personaggio, senza scendere in esagerazioni, soprattutto Song Kang che dopo il successo arrivato con Sweet Home si sta facendo conoscere nel mondo dello spettacolo, esplorando generi completamente diversi.

Nel complesso la serie risulta piacevole da vedere perché trasmette la sensazione del rapporto padre-figlio e la motivazione a inseguire sempre i propri sogni nonostante tutto e tutti contro.

Gallinini Chiara, 3°BL