Femminicidi in Italia. Inchiesta

Sono, circa 150 i casi di femminicidio ogni anno in Italia. Significa che, in media, ogni due giorni viene uccisa una donna sul nostro territorio nazionale.

COS’E’ IL FEMMINICIDIO

Il termine femminicidio è un neologismo che identifica i casi di omicidio doloso o preterintenzionale in cui una donna viene uccisa da un individuo di sesso maschile, per motivi basati sul genere.

INCHIESTA  STATISTICA

Questa inchiesta raccoglie le statistiche di oltre 400 sentenze di omicidio di donne tra il 2012 e il 2016.Istintivamente, si può pensare che i femminicidi siano una quota significativa ma non prevalente degli omicidi di donne. Su 417 sentenze esaminate, 355 sono classificabili come femminicidio, rappresentando l’85% dei casi.

Gli altri omicidi in cui le vittime sono donne rientrano, per lo più, nella casistica delle rapine finite male e nelle esecuzioni della criminalità organizzata.

ASSASSINI E VITTIME

Sono quasi sempre gli uomini a uccidere le donne. Nell’88,5% dei casi l’autore del reato è un uomo e la vittima è una donna. In una piccola percentuale dei casi, due su cento, è successo che una donna fosse uccisa da un’altra donna. Nel 9,2% dei casi gli autori fossero in complicità uomini e donne, ai danni di altre donne. Infine, nel 9,5% dei casi, le vittime sono più di una, inclusi uomini (in cui rientra la categoria dei figli maschi della vittima). Nel complesso, gli uomini si ritrovano tra gli autori nel 98% dei casi.

RELAZIONI

Nel 55,8% dei casi tra autore e vittima esiste una relazione sentimentale, in atto al momento dell’omicidio. Se a questi si aggiungono i casi in cui tra autore e vittima esisteva una relazione di parentela si scopre che in circa il 75% dei casi le donne muoiono nell’ambito familiare, all’interno cioè di quell’ambiente che teoricamente dovrebbe proteggerle di più. All’interno della classe di omicidi avvenuti tra partner il 63,8% dei casi evidenzia che la vittima e l’autore sono coniugi o conviventi, il 12% fidanzati, il 24% aveva intrattenuto una relazione sentimentale (matrimonio, convivenza o fidanzamento) terminata per vari motivi qualche tempo prima dell’omicidio. Come già osservato, nel 17,5% autore e vittima sono legati da una relazione di parentela (più della metà delle volte, si tratta di un legame tra figlio e madre), nel 15,1% sono conoscenti o amici, solo il 2,2% dei casi autore e vittima sono colleghi o datori di lavoro mentre nel 9,4% dei casi la vittima e l’autore non si conoscono tra loro (casi di prostitute, oppure signore anziane che vivono da sole).

MODALITA’ OMICIDIO

Esecuzioni rapide con arma da fuoco, colluttazioni corpo a corpo, in cui l’uomo sfoga una rabbia inaudita. L’arma prevalentemente utilizzata è il coltello che richiama all’ambito domestico, all’uso del mezzo che si trova più a portata di mano nel momento del raptus. Nel 40,2% dei casi, le donne vengono colpite ripetutamente con armi da punta e taglio (coltelli da cucina, pugnali) per poi essere spesso anche soffocate con le mani o il braccio. Nel 9% dei casi la vittima è aggredita e uccisa senza uso di armi, con pugni, calci e testate e poi strangolata o soffocata. Nel 15,5% dei casi, la donna è colpita e uccisa con oggetti di varia natura: martelli, accette, picconi, bastoni, spranghe impiegati brutalmente e ripetutamente sulla vittima fino a renderla esanime.

Nel 18% dei casi la vittima è stata strangolata per mezzo di cavi elettrici, fil di ferro, cinture, sciarpe, lacci o mani; a volte il soffocamento è avvenuto tramite cuscini o sacchetti di plastica. Nel 3,3% degli episodi di omicidio è stato constatato l’utilizzo di liquido infiammabile e accendino utilizzati per occultare il corpo della vittima già deceduta oppure impiegati direttamente sulla vittima ancora in vita. In tanti casi, l’autore ha cercato di occultare il cadavere. Tra le tecniche utilizzate anche quella dell’incendio del corpo della donna uccisa. In altri casi le vittime vengono prima chiuse in bauli o valige e poi gettate in mare, nel fiume o in pozzi siti in luoghi isolati. In un paio di casi le vittime sono state sezionate e riposte in sacchetti di plastica, nascoste in frigorifero o nel terreno dell’abitazione dell’imputato.

ESITO SENTENZA

I casi più frequenti sono sicuramente quelli legati alla gelosia, “amore” malato,l possessivo e morboso, intento di porre la compagna a sottomissione. Molto interessanti alcuni casi in cui l’uomo uccide una donna perché preferisce la sua morte alle conseguenze del mantenimento della relazione oppure perché teme la scoperta o di relazioni extra-coniugali. Numerosi anche i casi di figli che uccidono le madri per i più svariati motivi, ma principalmente per ragioni economiche. Infine da non trascurare il numero di casi avvenuti per mano di soggetti dichiarati incapaci di intendere e di volere. L’analisi dell’esito processuale rivela una mano dei giudici molto pesante sulla pena comminata e un numero di condanne superiori alla media del settore penale generico. Infatti, all’86,4% delle condanne, prevalentemente superiori ai 20 anni di reclusione, va sommata più della metà delle assoluzioni in quanto a carico di soggetti teoricamente colpevoli ma incapaci di intendere e volere o non imputabili al momento del fatto.

Noemi Arabia IV C SIA