La disputa fra Robert Hooke e Isaac Newton

Ci troviamo nella seconda metà del 1600, all’interno della comunità di scienziati inglesi denominata Royal Society. Grazie a questa società, gli scienziati dell’epoca iniziarono a interagire tra loro in modo strutturato. Si tratta, però, di un ambiente in cui il confronto e il dialogo tra le menti più brillanti poteva sfociare in rapporti di conflittualità. È questo il caso di Robert Hooke e Isaac Newton che nel 1672 si scontrarono proprio nella sala della Royal Society, dando esito a un conflitto che segnerà la storia.

Il dialogo che segue si ispira a due delle controversie più celebri tra Newton e Hooke, registrate a distanza di anni su tematiche diverse: la teoria corpuscolare o ondulatoria della luce e la legge di gravitazione universale.

Newton: “A voi qui presenti, a seguito di mie osservazioni e sperimentazioni, vorrei esporre la mia teoria inerente alla luce e alla sua composizione. Si è finora ipotizzato che la luce fosse composta da lunghezze d’onda bianche, ma, se ben notiamo, questo è alquanto discutibile.”

Hooke: “E perché mai? Perché dovreste mettere in discussione una teoria ormai affermatasi e dimostrata da tempo?”

Newton: “Se il signor Hooke mi desse il tempo di esporre le mie dimostrazioni, sarò lieto di spiegarvi il motivo. Durante la mia sperimentazione ho osservato che la luce colorata, prodotta dalla luce bianca che passa attraverso un primo prisma, può essere riassemblata nuovamente in unico raggio di luce bianca se gli fosse permesso di passare attraverso un secondo prisma. Cosa significa questo? Significa che quel colore deve essere stato presente nella luce da sempre e non causato dalla corruzione del prisma, dunque la luce, per poter contenere il colore, deve avere una certa sostanza. Ciò è indice di una natura corpuscolare della luce, la quale non è composta da onde ma da particelle. Mi stupisce, signor Hooke, che una mente brillante come la vostra non sia riuscita a notarlo.”

Hooke: “Veramente trovate il coraggio di esordire in questo modo di fronte a tutti? La luce è formata da lunghezzhe d’onda bianche e non da corpuscoli e questo è risaputo! Non ascoltatelo, dunque, non date retta a simili idiozie! Piuttosto ascoltate un uomo come me che è riuscito a esordire nel campo scientifico nel migliore dei modi: mi sono interessato allo studio dell’anatomia umana, dell’astronomia, della matematica, della fisica (elaborando la legge che regola la forza elastica). Mia è l’invenzione del barometro a ruota, dell’anemometro ed è grazie a me, infine, che ora si può parlare di cellule.”

Newton: “Come osate rivolgervi a me con questi toni? Ho espresso la mia opinione dimostrando la mia tesi. Non mi importa di conoscere né il vostro passato né tantomeno le vostre conquiste. Non dimenticherò il vostro atteggiamento nei miei confronti e vi prometto qui, davanti a tutti, che vi azzererò e vi cancellerò dalla memoria di ognuno. Non resterà più nulla di voi!”

Lo scontro non si concluse con questo singolo episodio, bensì con la pubblicazione di Principia di Newton, in cui veniva esposta la teoria riguardante l’attrazione gravitazionale; Hooke lo accusò di plagio, rivendicando i propri meriti.

Hooke: “Come avete osato non fare menzione del mio nome nel vostro trattato avendo fatto passare per vostra una mia idea? Infatti in Principia sostenete la mia stessa tesi riguardante la legge di gravitazione universale, già esposta nella mia monografia pubblicata nel 1674, 13 anni prima, in cui affermavo che tutti i corpi celesti possiedono un’attrazione verso i loro stessi centri, per cui essi attraggono non solo le loro stesse parti e le trattengono dal volar lontano da loro, come accade sul pianeta Terra, ma essi attraggono anche tutti gli altri corpi celesti attorno. Non vi dice nulla tutto ciò?”

Newton: “Io non conosco la vostra ipotesi, né tantomeno ne ho mai sentito parlare. Di conseguenza come potrei avervela copiata? Voi mi accusate senza un valido motivo, quando io avevo intenzione di congratularmi con voi per la notevole scoperta che avete fatto riguardo il parallasse annuale della Terra poiché approvata anche da altri scienziati.”

Hooke: “Ma come fate a sapere di questa teoria che è presente solo nella mia monografia? Quella stessa monografia in cui avevo enunciato i miei principi sulla dinamica orbitale, e dunque anche sulla gravità, che voi, Newton, sostenete di non averne mai sentito parlare. Significa che l’avete letta e la conoscete.”

Newton: “No! Ribadisco. Voi, abile calcolatore, state cercando di prendervi il merito di una teoria non vostra. Inoltre, anche nel caso in cui voi foste stato il primo ad elaborarla, non siete stato evidentemente in grado di dimostrarla sperimentalmente, a differenza mia. Ma d’altronde, come posso biasimarvi? Ora è così che funziona: i matematici che scoprono, risolvono, devono accontentarsi di essere dei calcolatori, bugiardi e un altro, che non fa niente, pretende di accaparrarsi tutto il merito. Inoltre, siccome vedo che siete particolarmente interessato alla tempistica, vorrei farvi presente che io già nel 1664, nel mio Waste Book, stavo lavorando a questa famigerata tesi. Ha qualcos’altro da obiettare?”

L’ accesa rivalità non si esaurì con questo scontro, ma permase a lungo nel corso degli anni. Anche dopo la morte di Hooke, nel 1703, quando Newton divenne presidente della Royal Society, quest’ultimo mantenne la sua promessa e dette l’ordine di attribuire ad altri scienziati tutte le scoperte e le leggi che aveva formulato Robert Hooke e ordinò persino di togliere e bruciare tutti i suoi ritratti esistenti, infatti tutt’ora non sappiamo che viso abbia. È ironia della sorte che Hooke fosse stato il primo a teorizzare come era fatta la memoria umana e cosa fosse, proprio lui che sarebbe stato cancellato dalla memoria stessa per sempre.

Chiara Lopresti 4C cl

Sitografia di riferimento: