Adolescenti e Covid-19 – Intervista a psicologa

Adolescenti e Covid-19 - Intervista a psicologa

Adolescenti e Covid-19 – Intervista a psicologa

Siamo con la Dott.ssa Paolella Roberta, la quale ci parlerà della sua esperienza da psicologa in questo periodo di Covid, specialmente dal punto di vista degli adolescenti, che si sono trovati catapultati in una realtà completamente diversa e difficile da vivere.

Buongiorno, come prima cosa le chiedo di presentarsi e di introdurmi il ruolo dello psicologo.

Lo psicologo possiamo definirlo come un professionista che si occupa di benessere a 360°. È una figura inserita in molti contesti e non lavora solo in situazioni di disagio o malattia mentale. È importante che le persone vengano sensibilizzate proprio su questo aspetto: lo psicologo si occupa di favorire il benessere, sia in situazioni di difficoltà, sia in termini di promozione della salute, sia in termini di miglioramento dello stile di vita in generale.

Quando lavoro con le persone, quello che faccio è prendere in considerazione tutti gli aspetti dell’individuo, dalla storia personale, ai bisogni e alle emozioni. Esploro poi le potenzialità inespresse e ciò che permette di esprimere il benessere individuale. Questo perché ognuno di noi possiede dentro delle risorse e delle qualità uniche, che a volte si possono perdere di vista quando si affrontano delle difficoltà o dei momenti stressanti: tutto questo si ripercuote nel modo in cui poi entriamo in relazione con la società. Se qualcuno dei fattori in gioco vacilla la nostra serenità ne risente.  Ecco, quindi, qual è il ruolo dello psicologo! aiutare a trovare le risorse interiori che ti caratterizzano per affrontare meglio le situazioni che ti capitano e per raggiungere gli obiettivi di crescita personale.

Come stanno vivendo gli adolescenti questo periodo, dal suo punto di vista?

Ultimamente mi è capitato di lavorare a stretto contatto con gli adolescenti e credo che, insieme ai giovani adulti, siano la generazione più colpita a livello emotivo. La pandemia ha inevitabilmente messo dei limiti alla possibilità di vivere in modo sereno e spontaneo questa difficile tappa della vita.

Il periodo dell’adolescenza è un momento molto importante della vita delle persone, si comincia a “diventare grandi” e in psicologia si avvia il processo di “estraneazione” rispetto ai cambiamenti fisici del proprio corpo, con un difficile periodo di riacquisizione dell’identità, perché si sta avviando la fase che porterà all’età adulta ma ancora non si hanno gli strumenti necessari per il raggiungimento di questa tappa, oltre ad avere una certa dose di insicurezza. In questo momento il gruppo dei pari e la possibilità di confrontarsi è di cruciale importanza: stare chiusi in casa, non poter avere contatti con gli altri, “mantenere le distanze”, stare con i genitori con cui spesso in questo momento il rapporto è carico di tensioni, è sicuramente una difficile sfida a cui sono sottoposti gli adolescenti.

Rispetto a prima, cos’è cambiato nel modo di rapportarsi con gli altri, da parte degli adolescenti?

Quello che vedo, che è molto preoccupante e purtroppo già prima della pandemia si stava verificando, è che gli adolescenti si nascondono dietro alla tecnologia e ai social per sperimentare la capacità di comunicazione e per vivere il rapporto con gli altri.

Indubbiamente, in questo momento, la possibilità di avere Instagram, WhatsApp o fare le videochiamate è un’ancora di salvezza per chi è chiuso in casa e per risolvere il problema della lontananza: il problema è che, sperimentando questa possibilità, gli adolescenti tendono a rifugiarsi in questa modalità di comunicazione che crea sicuramente più sicurezza rispetto ad un’esposizione pratica e “vera”;

in questo ultimo periodo purtroppo sono molto aumentati i casi di Internet Addiction o dipendenza da internet: vi è una vera e propria ossessione verso l’utilizzo di internet con lo scopo di instaurare relazioni amicali o amorose, ma anche in generale rispetto all’uso intenso di giochi virtuali o semplicemente presenza sui social; la conseguenza è che si diventa “bravissimi” a rapportarsi attraverso l’uso del telefonino o del computer, che dà protezione e sicurezza, ma si diventa insicuri sul piano relazionale reale, a volte sfociando nell’incapacità di comunicare poi quando si hanno le persone davanti.

Quali sono le emozioni e i sentimenti prevalenti in questo periodo?

Solitudine, umore tendente al depresso e tanta rabbia inespressa. Questo almeno è ciò che mi arriva a studio quando accolgo i ragazzi, e nei gruppi che seguo. Si ha voglia di vivere ciò che è giusto vivere a questa età, ma non si può! Quindi ci si rinchiude in sé stessi e si sperimenta tanta insoddisfazione e scoraggiamento.

Quali sono i consigli che può darci, per affrontare al meglio questa situazione di difficoltà?

La prima cosa che mi sento di dire è di accogliere ciò che c’è, e non proiettarsi a ciò che poteva essere. Questo elimina frustrazione e senso di impotenza; siamo stati catapultati in un mondo totalmente diverso e in evoluzione. La tecnologia nonostante gli abusi, ci sta dando la possibilità di sentirsi meno soli anche dentro casa e, se ben utilizzata, può diventare una risorsa utile a gestire le difficoltà.

Non abbiate paura di parlare delle vostre preoccupazioni, comprendete che sono assolutamente condivise da moltissime persone, e che non siete soli!

Inoltre, penso che, nonostante tutte le difficoltà, vi sia stata data l’opportunità di poter sperimentare una diversa modalità di gestire questo momento di crescita: la dad, ad esempio, vi mette alla prova chiedendovi maturità e capacità di organizzazione, rispetto delle regole in un ambiente in cui non siete controllati, nonché una presa di coscienza del fatto che anche se siete ognuno nella propria abitazione, state comunque condividendo un’esperienza tutti insieme.

Come dicevo all’inizio, fate in modo che la difficoltà che sperimentate diventi una risorsa ed un punto di forza a vostro favore. Ci sono tantissime cose che potete fare per voi, per la vostra crescita e per la vostra serenità. Come se in questo momento sia un po’ il tempo della “semina” che, se ben organizzata e curata, porterà dei bellissimi frutti da esporre e condividere con tutti!

Ed ultimissima cosa, ci tengo a sottolineare che gli psicologi, in questo momento, sono una figura davvero importante anche per voi, perché attraverso il lavoro con loro potrete riflettere e comprendere meglio cosa vi portate dentro e come gestirlo, per sentirvi più sereni, più sicuri e per far sì che questo momento diventi davvero una risorsa per voi. Quindi non abbiate timore, qualora lo sentiate, di comunicare la necessità di parlare con noi.

Grazie per il suo tempo e la sua disponibilità!

Vi faccio un grande in bocca al lupo per il vostro futuro e abbraccio “da lontano” ognuno di voi!

– di Valentina Paolella