• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Ecco com’era il collegio San Giuseppe di Manziana del 1964 – intervista

Ecco com’era il collegio San Giuseppe di Manziana del 1964 – intervista

L’esperienza di mia zia Luciana Malizia nel collegio San Giuseppe di Manziana del 1964. Questa intervista è un esempio di com’era il collegio italiano in quegli anni.

Come era formato il programma dell’anno scolastico collegiale negli anni ‘’60?

A Manziana, vicino Bracciano, c’era il collegio San Giuseppe. Io ho cominciato scuola quando avevo 7 anni fino i 14. Il collegio era formato da circa 60 ragazze. Tutte abitavamo lì fino le vacanze. Le classi erano formate da 22 alunne, tutte femmine. C’era una classe con banchi da due e due insegnanti: matematica e italiano. Ovviamente matematica comprendeva anche la scienza, la geometria, storia e geografia. La vita in collegio era tutta programmata. La sveglia era alle sei. Prima di fare colazione si andava in chiesa a pregare. In seguito si mangiava e, prima di cominciare le lezioni, a turni si pulivano le cucine e le camerate. I letti invece erano individuali. Si studiava dalle otto fino le tredici con una pausa di mezz’ora verso le dieci. Dopo le lezioni si pranzava e di seguito c’era il riposo pomeridiano che durava fino le sedici. Da quell’ora fino le diciotto si studiava con l’aiuto delle suore. Per le nove e mezza, infine, tutti a dormire. Di festività c’erano quelle natalizie dalla durata di due settimane, e pasquali di una settimana. La scuola iniziava nei primi di settembre e terminava il dodici giugno. In questi periodi di tempo potevo stare con la mia famiglia a casa.

A quei tempi i professori erano più severi con i propri alunni, se la risposta è sì, che metodi utilizzavano per farsi rispettare?

‘’ La disciplina è la bacchettina’’. Io personalmente ero molto tranquilla e non venivo mai rimproverata. Le mie compagne più vivaci, invece, venivano punite o dietro la lavagna tenendo le mani dietro la testa, oppure a suon di bacchetta sulle mani nell’angolo della classe. Ovviamente non erano cattivi nel punire, come nel 1938. Per questo c’era più quiete nella classe dove nessuno si azzardava a rispondere ai professori.

La scuola organizzava viaggi d’istruzione?

Stando nel collegio non c’era molta possibilità di organizzare delle gite. Però, grazie alla mia maestra di italiano, le gite venivano da noi. Per esempio era solita portare degli oggetti come: uova di struzzo, piume o animali imbalsamati. Questo poteva essere un metodo in più per capire la scienza. Un’altra delle piccole cose che potevamo fare era un’uscita con la maestra di matematica per osservare la natura nel bosco vicino il collegio. Questo accadeva una volta ogni 15 giorni.

La tua scuola permetteva attività di svago all’interno del complesso scolastico?

Dopo scuola, dalle sedici alle diciotto, dopo lo studio, c’era la possibilità di partecipare a dei gruppi ricreativi. C’erano vari gruppi di varie tipologie per esempio: il gruppo dell’uncinetto; quello del bricolage; il gruppo dove si utilizzava il legno per creare casette per esempio. Questi erano i principali gruppi a cui partecipavo. Una cosa bella era l’utilizzo delle realizzazioni con i ferri o i ricamati: venivano vendute dalle monache del collegio e il ricavato lo utilizzavano per noi. Per esempio ci compravano le divise. Una che mi ricordo bene era quella della domenica: vestito marrone e bianco a quadretti con scarpe nere.

Ripensando al passato, quanto ti è piaciuto il collegio?

Ripensandoci adesso il collegio mi piaceva solo a metà. Questo perché mi mancava la mia famiglia. Però nel complesso sono stata bene, anche perché ero molto tranquilla e tutti mi volevano bene.

 

-di Rayana