Il discorso di Fedez

Fedez è nato a Milano il 15 ottobre 1989 ma è cresciuto a Buccinasco. La sua famiglia è originaria di Castel Lagopesole, in provincia di Potenza.

Recentemente il famoso rapper e influencer di Milano ha rilasciato delle dichiarazioni dal palco del concertone del primo maggio, riguardanti il pensiero della Lega sul ddl Zan e ha punzecchiato il premier Mario Draghi sul trattamento riservato ai lavoratori dello spettacolo; inoltre ha raccontato di aver subito dei tentativi di censura da parte della rai, ai quali il cantante non ha partecipato esponendo i nomi di tutti coloro che andava ad attaccare.

Qui di seguito il discorso:

Mi hanno chiesto di raccontare la mia prima volta al concerto del Primo Maggio. Oggi effettivamente è stata la mia prima volta. Per la prima volta mi è successo di inviare un testo di un mio intervento perché doveva essere messo al vaglio per l’approvazione da parte della politica

In prima battuta l’approvazione non c’è stata – spiega il rapper dal palco – O meglio, dai vertici di Rai3 mi hanno chiesto di omettere dei nomi, dei partiti e di edulcorarne il contenuto. Ho dovuto lottare un pochino, un po’ tanto, ma alla fine mi è stato dato il permesso di esprimermi liberamente. Grazie. Mi assumo tutte le responsabilità di ciò che dico e faccio, sappiate però che il contenuto di questo intervento è stato definito dalla vice direttrice di Rai3 come ‘inopportuno’.

Buon 1 maggio, buona festa a tutti i lavoratori anche a chi un lavoro ce l’ha ma non ha potuto esercitarlo per oltre un anno. E quale migliore occasione per celebrare questa festa dei non lavoratori se non un palco. Per i lavoratori dello spettacolo questa non è più una festa. Caro Mario, io capisco perfettamente che il calcio è il vero fondamento di questo Paese, però non dimentichiamo che il numero dei lavoratori del calcio e il numero dei lavoratori dello spettacolo si equivalgono.

Quindi non dico di spendere qualche soldo, ma almeno qualche parola, un progetto di riforma in difesa di un settore che è stato decimato da quest’emergenza e che è regolato da normative stabilite negli anni 40 e mai modificate sino ad oggi. Quindi Caro Mario, come si è esposto nel merito della SuperLega con grande tempestività , sarebbe altrettanto gradito il suo intervento sul mondo della cultura italiana.

A proposito di Superlega, due parole sull’uomo del momento, il sonnecchiante Ostellari. Ecco Ostellari, ha deciso che un disegno di legge di iniziativa parlamentare quindi massima espressione del popolo, che è già stato approvato alla Camera, come il ddl Zan può essere tranquillamente bloccato dalla voglia di protagonismo di un singolo. Cioè se stesso.

Ma d’altronde Ostellari fa parte di uno schieramento politico che negli anni si è distinto per la sua lotta all’uguaglianza, vorrei decantarvi un po’ dei loro aforismi. ‘Se avessi un figlio gay, lo brucerei nel forno’, Giovanni De Paoli consigliere regionale lega Liguria. ‘I gay? Che inizino a comportarsi come tutte le persone normali’, Alessandro Rinaldi consigliere per la Lega Reggio Emilia. ‘Gay vittime di aberrazioni della natura’, Luca Lepore e Massimiliano Bastoni consiglieri comunali leghisti. ‘I gay sono una sciagura per la riproduzione e la conservazione della specie’, Alberto Zelger consigliere comunale della Lega Nord a Verona. ‘Il matrimonio gay porta all’estinzione della razza’, Stella Khorosheva candidata leghista. ‘Fanno iniezioni ai bambini per farli diventare gay’, candidata della Lega Giuliana Livigni.

Qualcuno come Ostellari ha detto che ci sono altre priorità in questo momento di pandemia rispetto al ddl Zan, e allora vediamole queste priorità: Il Senato non ha avuto tempo per il ddl Zan perché doveva discutere l’etichettatura del vino, la riorganizzazione del Coni, l’indennità di bilinguismo ai poliziotti di Bolzano e per non farsi mancare niente il reintegro del vitalizio di Formigoni.

Quindi secondo Ostellari probabilmente il diritto al vitalizio di Formigoni è più importante della tutela dei diritti di tutti, e di persone che vengono quotidianamente discriminate fino alla violenza. Ma a proposito di diritto alla vita, il presidente dell’associazione Pro-vita, l’ultracattolico e antiabortista Jacopo Coghe amicone del leghista Pillon in questi mesi è stato la prima voce a sollevarsi contro il ddl Zan.

L’antiabortista non si è accorto però che il Vaticano ha investito più di 20 milioni di euro in un’azienda farmaceutica che produce la pillola del giorno dopo. Quindi cari antiabortisti, caro Pillon purtroppo avete perso troppo tempo a cercare il nemico fuori, e non vi siete accorti che il nemico ce l’avevate in casa. Che brutta storia

Ovviamente il discorso del cantante ha suscitato molte polemiche, ma ha anche aperto lo sguardo ha molta gente che fino a quel momento non aveva dato importanza a questa legge. Molti personaggi importanti si sono espressi al riguardo tra cui anche Matteo Salvini e Alessandro Zan. In particolare quest’ultimo lo ringrazia dicendo:

Il coraggio di Fedez al Concertone dà voce a tutte quelle persone che ancora subiscono violenze e discriminazioni per ciò che sono. Il Senato abbia lo stesso coraggio ad approvare subito una legge per cui l’Italia non può più attendere. Grazie Fedez“.

Alessio ALESSANDRI e Filippo ABEILLE