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“Mia madre guarì un soldato nazista” – Intervista a una nonna di Roma

“Mia madre guarì un soldato nazista” – Intervista a una nonna di Roma

INTERVISTA A NONNA MARIAVITTORIA

“Per la mia intervista ho scelto mia nonna, Mariavittoria. Essendo nata nel 1932, ha vissuto con i suoi fratelli e sorelle, in prima persona, la seconda guerra mondiale. Vorrei iniziare con la prima domanda.

L’Italia non è entrata subito in guerra, allo scoppio della guerra, quali erano i sentimenti dei tuoi famigliari?”

”Io nel 39’ ero piccola, avevo 7 anni e con i miei fratelli e sorelle ci occupavamo di ricucire gli abiti delle persone. Da quando la Germania attaccò la Polonia mia madre cambiò notevolmente atteggiamento, era sempre preoccupata ed iniziò a comprare molto cibo, spendendo quasi tutto, io ero piccola e non capivo cosa stesse succedendo, al contrario mia madre aveva già capito cosa sarebbe successo.”

”Come sono cambiate le giornate dopo l’inizio della guerra?”

M:”Nel 40’ inizio la vera e propria guerra per noi, mio padre costruì un piccolo nascondiglio, dove mettemmo tutto il cibo e altri beni, purtroppo ancora non sapevamo che la situazione sarebbe sfuggita ancora di più di mano. Passavamo le nostre giornate a giocare con un pallone fatto di carta, Ma il divertimento era ben poco.”

”Mamma mi ha raccontato che durante quel periodo andavi in giro a consegnare vestiti, è vero?”

M:”si è vero, in quel periodo i miei fratelli lavoravano con mio padre per sistemare la casa che quasi cadeva a pezzi, io ero la più “energica” tra le mie sorelle, così aiutavo mia madre a consegnare in giro dei vestiti alle persone vicine. Mia madre mi diceva sempre di chiedere qualcosa in cambio, ma vedendo le condizioni delle persone raramente riuscivo a chiedergli una ricompensa. E’ capitato invece che qualcuno mi desse del cibo e del denaro, in quei momenti mi sentivo molto felice.

”Ci sono stati dei momenti in cui hai avuto paura di morire?”

M:”Beh si questo quasi tutti i giorni, ma ci sono stati dei momenti in particolare in cui ho avuto quasi la certezza di star per morire. Una volta mentre stavo tornando a casa dopo delle consegne, un gruppo di uomini mi hanno accerchiata e rubato tutti i soldi e vestiti che avevo, mi hanno anche colpito più volte con dei calci facendomi molto male. Però forse il momento che più mi ha segnata fu quando un giorno, mentre aiutavo mia madre a cucinare ci furono dei bombardamenti, il cielo era pieno di aerei, furono i minuti più lunghi della mia vita, ci rifuggiammo dove tenevamo le provviste e aspettammo impauriti la fine di quei bombardamenti.”

”Per concludere vorrei farti un’ultima domanda, quali sono stati gli eventi che non dimenticherai mai?”

M:”Ricordo bene praticamente tutto ciò che è accaduto, ma due sono gli eventi che non dimenticherò mai.

Il primo è quando tornando a casa trovai un uomo sconosciuto sul divano, chiesi spiegazioni a mia madre, lei mi disse che era un soldato nazista, era ferito e mia madre lo curò nonostante il suo odio. Mi insegnò che non le importava se quella persona fosse nazista o altro, una vita è sempre una vita.

La seconda cosa che non dimenticherò mai fu quando uscendo, vedemmo gli Alleati che soccorrevano i feriti. Scoppiai a piangere ed uscii di casa per andare in strada, li incontrai un soldato Americano che sorridendo mi diede del cioccolato. Non dimenticherò mai le sensazioni provate quel momento.

”Grazie mille nonna per aver raccontato questi difficili momenti che hai dovuto passare, spero mi racconterai ancora molte storie.”

M:”Certo mi piacerebbe molto.”

– di Riccardo Napoli