Le infezioni virali

I FATTORI CHE FACILITANO IL CONTAGIO TRA ESSERI UMANI

Un fattore importante per la nascita di un’epidemia non è solo l’infezione di un essere umano da parte del virus, ma, quest’ultimo, deve poter passare da persona a persona e densità e mobilità elevate della popolazione favoriscono il contagio. Individuare, quindi, le caratteristiche del virus che favoriscono la sua propagazione, può permettere di capire come agire nella maniera più adeguata per ridurre il rischio di pandemia.

 Un gruppo di ricercatori dell’Università di Sidney, ha individuato una gamma di fattori biologici che consentono di prevedere la percentuale di propagazione, in una popolazione, delle varie tipologie di virus. Gran parte delle nuove infezioni, nasce dalla trasmissione del virus dagli animali all’uomo, però molte di esse non provocano epidemie poiché il gene patogeno non riesce a mantenere la trasmissione della malattia da individuo a un altro. Capire se l’infezione virale è in grado di trasmettersi tra esseri umani si rivela fondamentale per predisporre per intervenire in maniera incisiva senza sprecare risorse. Emma L. Geoghegan , assieme ai suoi colleghi, ha esaminato 203 virus potenzialmente infettivi per gli esseri umani (38 a DNA e 165 a RNA), 105 dei quali sono capaci di trasmettersi da persona a persona, per poi analizzare, con una serie di modelli statistici, tutti i dati disponibili sugli aspetti importanti della storia della vita del virus e delle sue interazioni tra organismi e ambiente. I ricercatori hanno posto particolare attenzione a fattori come il tasso di mortalità dell’ospite; ad esempio di genoma (DNA o RNA); la lunghezza del genoma (numero di nucleotidi); la durata dell’infezione, l’eventuale segmentazione in più parti del genoma; la frequenza della ricombinazione del genoma, alta o bassa; la presenza o assenza di un involucro esterno di protezione, e le modalità di trasmissione del virus.
Si è scoperto che la probabilità di trasmissione da persona a persona è più alta per i virus privi di involucro e con un genoma non segmentato. Più questa probabilità è elevata , minore sarà la mortalità dell’ospite e maggiore la capacità del virus di sopravvivere per un vasto periodo di tempo nell’ospite, dando inizio, di conseguenza a una patologia cronica.

Elisabetta Maria Sarra IVC cl