Le vecchie belle maniere

Ricordo ancora le colonne, le pagine, le righe di esercizi per imparare la “bella grafia”; quante ore passate a calcare meticolosamente la penna sul foglio. “Più tonda quella A” , oppure : “Cosa sono queste zampe di gallina?”, ci ripetevano spesso le buon vecchie maestre. La grafia, se ci penso bene, era un aspetto importante della materia che rientrava nelle aspettative dell’insegnante insieme a una conseguente valutazione. Ma è ancora così?, mi chiedo.

É certo che ormai la pandemia ha influito su ogni aspetto della nostra quotidianità; ci siamo ritrovati a dover cambiare le nostre abitudini e ad arrivare a digitalizzare perfino il mondo scolastico. Una situazione del genere ha sicuramente portato gli studenti a impigrirsi maggiormente, soprattutto nei confronti della realizzazione di schemi, mappe concettuali o di temi richiesti dai professori. Quante volte scorrendo tra le pubblicità che ci propone il nostro marchingegno tecnologico di qualsiasi tipo, ci siamo imbattuti in stuzzicanti applicazioni che ci permettono di creare proprio quei famosi schemi o riassunti in forma digitale. Ma non solo! Questione di poche settimane in seguito all’annuncio della quarantena di marzo 2020 e ci siamo tutto ritrovati, insegnanti e studenti, iscritti su piattaforme che cercavano di eguagliare il modello scolastico. Ben presto abbiamo imparato a svolgere compiti scritti e verifiche usufruendo unicamente delle tastiere dei nostri computer; cosa che, devo ammettere, velocizza il processo di scrittura notevolmente.

Ma siamo veramente disposti a mettere da parte una tradizione come quella della calligrafia, portata avanti nei secoli? Basti pensare ai monaci amanuensi benedettini che studiamo anche nei libri di letteratura e che si dedicavano alla trascrizione delle opere dei maggiori autori dell’antichità classica.

Oltre a un fattore di estetica e costumi, sono state portate avanti numerose ricerche da scienziati che elogiano la scrittura a mano. Ricordo di aver letto una volta, a questo proposito, un articolo che trattava proprio questa tematica. Lo studio in questione affermava che la capacità di leggere o scrivere su carta è un ottimo esercizio mnemonico, questo avviene perché il nostro cervello trova più facile agire secondo punti di riferimento sul foglio cartaceo, piuttosto che su uno schermo. Lo stesso articolo riportava anche le precoci abilità che un bambino nei primi anni di vita riesce a sviluppare scorrendo agevolmente iPad o telefoni come se fosse una predisposizione naturale.

Quindi, dal momento che siamo consapevoli del danno che stiamo lasciando in eredità alle generazioni future, è indispensabile continuare a coltivare e tramandare la scrittura su carta.

Giulia Nuzzo VCcl