Il diritto di contare

Il film del 2016 “Il diritto di contare” (titolo originale: Hidden figures), del regista Theodore Melfi, è ambientato nel 1961 ad Hampton, in Virginia ed è tratto da una storia vera. Esso si incentra sulla vita di tre donne afroamericane: Katherine Johnson, interpretata da Taraji P. Henson, Dorothy Vaughn, Octavia Spencer, e Mary Jackson, Janelle Monàe.

Le protagoniste lavorano tutte nel campus aerospaziale della NASA, dove, con la loro tenacia e intraprendenza avviano gradualmente un percorso verso il raggiungimento di una maggiore uguaglianza in campo scientifico.

È a loro infatti che si devono i calcoli matematici e di geometria analitica che permisero il lancio di John Glenn in orbita intorno alla Terra, compiendo per tre volte il giro del pianeta. Il loro valore tuttavia inizialmente non viene riconosciuto.

Il film pertanto indaga proprio i pregiudizi e le condizioni svantaggiose in cui queste tre scienziate si ritrovavano a lavorare.

Innanzitutto il fatto che fossero allocate in un reparto isolato, denominato “West Computing”, e fossero pagate meno delle colleghe bianche. Nella struttura di lavoro inoltre avevano un bagno differenziato dalle altre donne (colored ladies room), mangiavano in mense separate, non potevano utilizzare le biciclette di servizio e avevano le macchinette del caffè distinte.

Importanti sono anche gli accenni presenti nel film che offrono una visuale sulla situazione generale dello Stato americano, dove ha sede della Nasa, che è la Virginia, in quegli anni ancora segregazionista.

Le discriminazioni presenti sul luogo di lavoro, lo erano in maniera ancora più capillare al di fuori di esso. Il fatto che avessero rubinetti appositi in strada distinti da quelli dei bianchi, non potessero entrare nel reparto dei bianchi in biblioteca, sugli autobus potessero occupare esclusivamente gli ultimi posti e lo stesso anche nelle poche aule scolastiche che potevano frequentare, che avessero entrate apposite e separate da quelle degli altri erano solo alcune delle innumerevoli limitazioni alle quali erano sottoposti gli abitanti neri della Virginia.

Tutti questi aspetti suscitano numerose riflessioni su argomenti purtroppo ancora attuali, anche se in misura diversa. Un esempio è il fatto che i diritti civili non tutelassero l’intera popolazione, come viene esplicitamente detto anche da uno dei personaggi: “I diritti civili non sono sempre civili”.

In quest’ottica il film lancia anche un messaggio molto importante, ovvero come la dedizione e il coraggio possano sconfiggere la discriminazione razziale, ma anche la capacità di credere di poter migliorare, attraverso lo studio o l’autoformazione. Proprio per questo motivo, in modo esemplificativo, alla fine Katherine riesce a ottenere la rimozione dei bagni distinti e l’accesso nella sala di controllo per assistere al lancio del razzo, dopo averne calcolato le coordinate; Mary, dopo un’udienza in tribunale, ottiene da un giudice la possibilità di prendere parte a delle lezioni in un liceo serale per soli uomini bianchi, in modo da riuscire a specializzarsi per la promozione ad ingegnere aerospaziale; Dorothy, studiando il nuovo linguaggio informatico, riesce ad evitare il licenziamento, a farsi promuovere con le sue sottoposte alla supervisione del calcolatore IBM.

Michela Loffreda 4Dcl