L’età classica

Viene definita età classica la frazione di tempo che va dalla battaglia di Salamina nel 480 a.C, durante la quale i Greci sconfissero i Persiani, fino alla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C.

In particolare in questo testo esaminiamo il periodo: classico, tardo classico ed ellenistico.

Mirone segna la fine del periodo severo e dà inizio a quello classico. 

La priorità dell’artista del periodo classico è riprodurre la realtà (mimesis) idealizzata governata da figure geometriche e matematicamente esatte come vediamo nel Canone di Policleto, un trattato in cui l’artista fissa il rapporto tra le proporzioni della testa e del corpo 1:8. L’opera che a mio parere rappresenta meglio questo periodo è appunto il Doriforo di Policleto. Il suo nome significa portatore di lancia e la scultura rappresenta probabilmente un eroe o un atleta il cui corpo è caratterizzato da un gioco di tensioni e rilassamenti. Molto evidenti e importanti sono l’applicazione del canone sulle proporzioni e il chiasmo rappresentato dalla posizione del corpo della scultura infatti come vediamo alla gamba destra in tensione corrisponde il braccio sinistro che portava la lancia e alla gamba sinistra in scarico corrisponde il braccio destro a riposo. Inoltre è importante ricordare che l’originale era in bronzo e che quindi il copista ha aggiunto dei puntelli tra il polso destro e la coscia e contro la gamba destra per garantire staticità. Un altro artista importante di questo periodo è Fidia, autore dell’Atena Partenos e creatore del panneggio bagnato, che getterà le basi dello stile ricco.

Il periodo tardo classico è introdotto invece da Prassitele che rivoluziona la forma umana rendendola più morbida nei passaggi di piani e i soggetti. Un importante innovazione del periodo tardo classico è l’umanizzazione delle divinità. 

E l’attenzione dell’artista greco rivolta a riprodurre la perfezione ma viene focalizzata sui sentimenti e sulle azioni quotidiane.

L’opera più rappresentativa di questo periodo è per me l’Afrodite Cninidia (360 a.C) una grande innovazione data dalla riproduzione di una dea in totale nudità. Afrodite si copre il pube appoggiando le vesti su un vaso e le forme del suo corpo sono particolarmente tondeggianti. Ma l’attenzione la rivolgo soprattutto alla sua postura leggermente sbilanciata sul fianco che accentua l’instabilità della figura molto lontana dalla solennità delle divinità del V secolo a.C e sempre più vicina alla dimensione degli uomini. 

Sono innumerevoli in questo periodo le sculture di divinità umanizzate: i più importanti, oltre ad Afrodite, sono l’Apollo Sauroctono ed Ermes con Dioniso fanciullo. Altri artisti importanti dell’arte tardoclassica sono Skopas che si dedica all’espressione del pathos e Lisippo, autore ad esempio dell’Apoxyomenos.

Infine troviamo il periodo ellenistico caratterizzato dalla visione circolare e la ricerca dell’articolazione organica delle figure nello spazio e continua il tema del panneggio bagnato introdotto da Prassitele. Inoltre molto interessante in opera ellenistica è anche la rappresentazione di soggetti del popolo come ad esempio la “Vecchia Ubriaca.” 

 L’artista ellenistico si dedica ad una scultura che sviluppa il movimento nello spazio permettendo allo spettatore di ammirare l’opera a 360 gradi. 

Un esempio lampante della scultura ellenistica è il gruppo scultoreo dei Galati Morenti nel donario di Pergamo (230-220 a.C). La rappresentazione è molto drammatica. Al centro troviamo un galata, riconoscibile dalla sua capigliatura, sul punto di suicidarsi dopo aver ucciso sua moglie per non finire entrambi schiavi. Queste sculture erano circondate da altri galati tra cui il Galata morente ovvero un guerriero che si regge sul braccio destro mentre tampona il sangue con quello sinistro. Altre opere significative dell’età ellenistica sono l’Afrodite di Milo e appunto la Vecchia Ubriaca. 

Giulia Imperoli 4C cl