La schiavitù

La schiavitù è una condizione presente da purtroppo moltissimi anni ormai sul nostro pianeta, che rende un essere umano una proprietà appartenente ad un altro essere umano; esso a livello giuridico non può godere di alcun diritto.

Le condizioni che rendevano le persone degli schiavi erano principalmente: il nascere in una stirpe in schiavitù e l’essere catturato in guerra. Questo disgustoso fenomeno nacque nell’era dei Sumeri e dei Babilonesi diffondendosi successivamente nelle antiche civiltà romane e greche, interessando anche l’aspetto economico. Ma il peggior esempio di cosa l’uomo ideò, proprio per incrementare questo vantaggio economico, si ebbe con la tratta atlantica degli schiavi provenienti dalle colonie spagnole e portoghesi in Africa.

Ebbe origine il così noto “commercio triangolare” che prevedeva che le navi (inglesi, francesi, olandesi, spagnole) partissero dall’Europa, che giungessero in Africa per scambiare le proprie merci con schiavi africani, e che infine andassero a rivendere gli schiavi in America.

La persistenza della schiavitù ricevette un duro colpo nel 1789 quando, nella Francia rivoluzionaria, successivamente alla gloriosa conquista della bastiglia venne approvata dall’assemblea nazionale la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, la quale stabiliva i diritti naturali e fondamentali dell’uomo che sono ancora oggi alla base di qualsiasi costituzione democratica.

Nonostante ciò  l’abolizione della schiavitù venne approvata ufficialmente nel 1865, e solo nel 1948 fu finalmente e definitivamente abolita.

Purtroppo ancora oggi sono presenti alcune forme di schiavitù con un totale di 27 milioni di persone schiavizzate a livello mondiale, concentrate geograficamente sia nei paesi asiatici, come Pakistan e Afghanistan, sia in zona dell’Africa sia in zone dell’America Latina.

Ciò non deve indurre a pensare che in paesi come l’Italia non sia presente la schiavitù; infatti è ancora molto presente ma sotto delle nuove forme a cui la nostra mente si è abituata, pur non accogliendole, come la prostituzione organizzata e addirittura l’agricoltura che vede un grande sfruttamento di braccianti. 

Sappiamo vi era già una subordinazione  tra bianchi e neri, ma un ulteriore grave subalternità ci fu tra uomini e donne di colore  all’interno delle società di sole persone di colore, il che mette in risalto due aspetti interessanti, ossia che entrambi erano esclusi dalla vita politica e che, all’interno di un sistema che ti priva di diritti, gli uomini hanno rimarcato molto questa subordinazione tra uomo e donna, già esistente, per crearsi un’autorità relativa comandando la donna, ritenuta inferiore per natura.

All’interno del film il colore viola sono molto presenti entrambi i casi, poiché rappresenta precisamente le idee dei protagonisti e riesce a farti immergere nel contesto storico e politico in cui le persone venivano tenute il più ignoranti possibile. Un chiaro esempio è secondo me la scena in cui Harpo, un giovane che ancora ripudia la violenza e la subordinazione, va a chiedere prima a suo padre e poi alla moglie-schiava cosa dovrebbe fare per essere più rispettato dalla sua nuova moglie Sophia, che tiene molto all’uguaglianza tra uomini e donne. Entrambi rispondono di si, e anche se può sembrare che abbiano ragioni differenti, la ragione di base è una, ossia l’ignoranza che gli permette di consigliare solo la violenza, poiché altrimenti  non saprebbero cos’altro consigliare.

Anche il litigio tra Sophia e il Sindaco mi ha colpito molto, e secondo me è proprio la scena più rappresentativa del mondo in cui si trovavano e delle idee sbagliate che vi regnavano. Infatti quando la moglie del sindaco chiede a Sophia di diventare la propria cameriera (Sophia sa bene che qualsiasi risposta darà le rovinerà la vita) per questo da la peggior risposta possibile rifilando anche un pugno al sindaco, che le costerà 8 anni di reclusione in carcere. Inoltre con un salto temporale giungiamo al primo natale in cui a Sophia, uscita dal carcere, è consentito vedere la famiglia, con cui tra l’altro rimane per pochissimo tempo a causa dell’insicurezza della padrona.

Ho scelto questi 2 episodi perché secondo me esprimono nel modo più semplice la mentalità che regnava e le terribili ingiustizie che furono commesse sino al 1948 che potevano, come nel caso di Sophia, condizionarti la vita intera.

Alessio Dall’Oglio 4C cl