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La parità di genere vista con gli occhi di una bambina. Intervista

Claudia (nome di fantasia) è una bambina calabrese che frequenta la IV elementare. Con lei, faremo un breve viaggio nel mondo dell’infanzia, scoprendo se già, dalla più tenera età, ci sono differenze di genere. 

Pensi che nella tua classe ci siano differenze tra i maschietti e le femminucce?

“Si”.

Ti andrebbe di dirmi quali?

“I maschi si sentono più forti e bravi delle femmine”.

Secondo te qual è il motivo?

“Forse pensano che dato che sono più alti e robusti, siano anche più forti e bravi”.

Secondo il tuo parere ci sono delle differenze tra maschi e femmine?

“No”

Perché?

“Perché una femmina può essere forte come può esserlo un maschio. I maschi possono fare tutto quello che facciamo noi e viceversa”.

Ti è capitato un episodio, in cui un adulto faceva intuire che per lui vi era differenza tra maschio e femmina?

“Si, proprio oggi nell’ora di educazione fisica: il maestro per farci vedere che il nodo che aveva fatto era resistente ha chiesto chi si voleva proporre per verificare la tenuta del nodo e io mi sono proposta. Purtroppo, però, il maestro ha detto che doveva essere un maschio a farlo”.

Cosa hai pensato in quel momento?

“Che il maestro pensava che i maschi erano più forti delle femmine e, quindi, che per lui c’era differenza tra loro.

Ci sei rimasta male?

“Si, perché pensavo di essere in grado di poterlo verificare anche io”.

Secondo te cosa si potrebbe fare per raggiungere la parità tra uomini e donne?

“Non so, ad esempio il mio maestro potrebbe far verificare la tenuta del nodo ad una femmina”.

Per te sarebbe importante riuscire ad ottenere la parità tra maschi e femmine?

“Moltissimo”.

Tale intervista evidenzia il fatto che già nei bambini vi siano differenze tra maschio e femmina e che, spesso, vengano evidenziate anche dagli adulti che reputano i maschi in un certo senso ‘migliori’ e ‘più capaci’ delle femmine.       

 Alessia Maienza, IV A SIA