La mancanza di istruzione

L’istruzione è un’arma importante per uscire dall’analfabetismo, e di conseguenza dalla povertà e dal sottosviluppo.

In tutto il mondo, però, circa 258 milioni di bambini non riescono ad avere un’istruzione minima, nonostante i progressi compiuti negli ultimi cinquant’anni.

Questo avviene soprattutto nei Paesi poveri, come l’Afghanistan, il Sudan, il Niger e la Nigeria, dove moltissimi bambini  non vanno a scuola, a causa dei conflitti, della povertà e delle disuguaglianze di genere.

La povertà, in particolare, è il più grande ostacolo per la formazione scolastica perchè mancano le strutture idonee e gli insegnanti qualificati. In più, la maggior parte delle volte le famiglie preferiscono mandare i figli a lavorare per  a portare qualche soldo a casa.

Proprio per questo l’analfabetismo femminile è più elevato, perché spesso i genitori decidono di mandare i figli a studiare e le figlie a lavorare, o a badare alla famiglia, a causa della disuguaglianza sociale. Ma è più elevato anche anche per la mancanza di diritti, l’inesistenza legale, ovvero la mancata registrazione anagrafica che si traduce in una possibilità di non essere ammessi nel sistema educativo nazionale, e per i matrimoni e le gravidanze precoci, che costringono centinaia di migliaia di bambine a rinchiudersi a casa e lasciare gli studi.

Inoltre, i bambini molto piccoli non riescono a frequentare gli asili, importanti perché li aiuterebbe a superare i traumi subiti, offrendo loro ambienti protetti in cui apprendere, socializzare e giocare, insieme a strumenti per esprimere le proprie emozioni.

I bambini in questione, che perdono un’occasione fondamentale di investimento per il loro futuro e che pagano fin dall’inizio una grave disuguaglianza tra loro e le persone benestanti che hanno avuto l’opportunità di frequentare la scuola dell’infanzia, sono più di 175 milioni.

Questo è causato anche dalle guerre, che negano il diritto all’istruzione a 27 milioni di bambini e ragazzi.

È difficile sapere con esattezza quali siano tutti questi Paesi, ma i peggiori sono lo Yemen e la Siria, dove i conflitti esistono da anni, e gli ultimi bambini nati non conoscono altro che i bombardamenti, il Bangladesh e la Repubblica democratica del Congo, dove sono impegnati a scappare dalle persecuzioni e sono in piena crisi umanitaria.

L’educazione infatti, dovrebbe essere accessibile a tutti, perché è il primo strumento per la crescita e per l’emancipazione delle nuove generazioni; in più salva vite e le allontana dai matrimoni precoci, dà più possibilità di lavoro e di educazione sanitaria, sessuale e civile, e permette ai bambini di essere consapevoli dei propri diritti.

Questo inoltre, consente un futuro migliore, perché se si studia si è a conoscenza degli orrori commessi in passato e si cerca così di migliorare e di non commetterne più.

 

Noemi Pallio

3E secondaria di primo grado