La povertà ai tempi della pandemia

In tutto il mondo, quasi un bambino su tre – circa 663 milioni – vive in povertà. Di questi, circa la metà lotta per la sopravvivenza ed è privata delle cose basilari come l’alimentazione, l’educazione, i servizi sanitari, l’acqua e l’igiene.

Il covid 19 ha peggiorato ulteriormente questa situazione, causando un notevole aumento della povertà mondiale, soprattutto nei paesi poveri o in via di sviluppo.

Secondo un’analisi dell’UNICEF e di Save the Children il numero di bambini che vivono in condizioni di povertà è salito a circa 1,2 miliardi a causa della pandemia di COVID-19. Si tratta di un aumento del 15% del numero di bambini che vivono in condizioni di privazione nei paesi a basso e medio reddito.

L’Unicef ha evidenziato che soprattutto in Africa ed in Asia meridionale la situazione potrebbe ancora peggiorare in assenza di azioni immediate di aiuto. La perdita di reddito significa che esse sono meno in grado di permettersi beni di base, come cibo e acqua potabile, hanno minori probabilità di accedere all’assistenza sanitaria o all’istruzione, e sono più a rischio di violenze, sfruttamento e abusi.

Ritengo che a livello mondiale si stia facendo troppo poco per aiutare le popolazioni più colpite dalla pandemia. Bisognerebbe considerare maggiormente le categorie più fragili che muoiono giornalmente a causa del covid 19 e degli effetti che esso sta provocando, a causa della mancanza di cure e dei mezzi di sostentamento per combatterlo. Troppe giovani vite sono morte, troppi esseri umani sono stati abbandonati a sè stessi. Dove finirà questo mondo se si continuerà ad osservare con indifferenza il divario preoccupante tra ricchezza e povertà raggiunto?

Claudia Gaudio

ICS Giotto Cipolla

3E secondaria di primo grado