Il fenomeno del catcalling

Le statistiche ci dicono che il 79% delle donne subisce catcalling prima dei 17 anni, un fenomeno sottovalutato e ormai parte della nostra cultura. Il catcalling è una molestia sessuale soprattutto verbale che avviene per strada ed è composta da fischi, apprezzamenti indesiderati, avance sessuali, palpamenti, versi, schiamazzi, commenti o inseguimenti. Tutti comportamenti che potrebbero essere associati a  degli animali, come appunto un gatto (cat) e non a delle persone. Molte volte tale problema viene camuffato come complimento e vengono dette alle vittime frasi come: “sei esagerata”, “ignoralo”, “è colpa tua, se ti sei vestita così”. Ma una vittima di molestia non deve sentirsi in colpa se ha voluto indossare un indumento che le

piace solo perché un “uomo” non ha avuto autocontrollo, non deve avere paura di uscire da sola la sera e non deve limitarsi per colpa di qualcun altro. L’argomento è stato amplificato dalla denuncia di catcalling da parte di Aurora Ramazzoti su Instagram e dalla successiva risposta sessista dello youtuber “Er Faina “, che ha

sminuito il problema pronunciando frasi come “Er catcalling pe’ due fischi?” e altro.  Ma il problema non è così frivolo come lo descrive l’individuo, è molto più grave e provoca malessere e disagio. Infatti secondo dei sondaggi molte donne, dopo aver ricevuto questo genere di molestia, ha riscontrato problemi di autostima, depressione, rabbia, paura e ansia.

La mia unica richiesta è che questo argomento venga preso in considerazione e che ci sia un cambiamento di mentalità e un allontanamento dalla nostra cultura. Un “uomo” non ha il diritto di provocare malessere per strada ad una donna. Bisogna capire che nessuna persona deve avere  paura di esprimersi per colpa di una società patriarcale e sessista in cui una molestia  viene normalizzata, o in cui ancora una volta la donna viene resa oggetto e messa un gradino in basso dell’uomo.

Claudia Mastrosimone

3E secondaria di primo grado