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In che direzione si muove la musica? Guardare al passato per capire il futuro

È quasi impossibile nel 2021 non aver mai sentito parlare di Rap o Trap. Questi due fenomeni che solo fino a qualche anno fa erano relegati nella cultura underground, largamente malvista da gran parte della società, sono entrati a gamba tesa nel mainstream, prendendosi in una quantità di tempo davvero ridotta classifiche e certificazioni, che in passato erano state fermamente controllate dalla musica pop.

Di pari passo abbiamo assistito negli ultimi anni a una progressiva scomparsa di qualsiasi supporto per ascoltare musica che non fosse digitale, nonostante il vinile, per il suo fascino vintage e per l’estetica che lo rende un oggetto da collezione stia riuscendo a reggere botta, rivolgendosi ad un pubblico di veri affezionati. (Nel primo trimestre del 2021 per la prima volta nella storia recente il mercato del vinile ha fatturato più di quello del CD)

È quindi abbastanza intuitivo capire il nesso fra l’aumento del peso specifico degli under 20 all’interno del panorama musicale, essendo quasi tutti muniti di piattaforme digitali, e l’esplosione di generi musicali che si rivolgono ad un pubblico con un’età media ridotta.

La cosiddetta generazione Z è stata la prima a vedere e di conseguenza a vivere, la trasformazione della musica in un bene di consumo immediato, infatti con i 10 euro che prima servivano per acquistare un CD è possibile pagare un abbonamento mensile a tutta la musica del pianeta.

L’illimitata accessibilità alla discografia mondiale, che comunque va senza dubbio considerata una possibilità incredibile per tutti, tende però a togliere importanza al prodotto artistico, che viene prontamente sostituito il venerdì successivo a mezzanotte dalle nuove uscite della settimana.

Questo fenomeno velocizza il processo di cambiamento della musica, artisti che esplodono l’anno prima infatti nel giro di qualche anno potrebbero aver facilmente perso quell’hype, ovvero quell’attenzione mediatica, che in tempi brevissimi li aveva portati al successo e che allo stesso modo li fa cadere in un dimenticatoio dal quale è difficile uscire.

Per restare in maniera durevole è quindi necessario creare dei classici e i sopracitati “rapper” e “trapper” essendone consapevoli spesso strizzano l’occhio al passato, il grande utilizzo di fiati simili a quelli della musica jazz e di sonorità rock ne sono un esempio.

Da “Con te” di Ketama126 che riprende il riff iniziale di “Solitude” dei Black Sabbath e inserisce un assolo di sax alla fine della traccia o da “Chicago Freestyle” di Drake che inizia con piano e voce che rimandano alla musica blues è possibile vedere la ricerca di sonorità passate ma quanto mai attuali, che rappresentano il futuro dell’industria musicale del 21esimo secolo.

Lorenzo Quarta