Venerdì scorso (8 maggio) abbiamo partecipato all’incontro con il giornalista Massimo Lauria e l’argomento era: Migrazioni: lungo i fiumi che dividono il Mediterraneo.
Inizialmente ci ha spiegato la differenza tra “migrazioni” e “migranti”. Con “migranti” si intende una categoria di persone; con “migrazioni” si parla di persone che si spostano per esigenza e che sono in cerca di una vita migliore.
Purtroppo però, le persone che tentano di passare i confini vengono respinte dalle autorità; quelle che riescono a superarlo, finiscono per lavorare nei campi: questo perché vengono considerate dei criminali.
Successivamente ci ha spiegato come si realizza un reportage: si decide il tema e quindi la storia che si vuole raccontare: si selezionano e si contattano, attraverso mail o telefonate, le persone che daranno informazioni; si prepara il viaggio ed infine si parte.
Abbiamo anche parlato de Il muro e il fiume. Il fiume in questione è l’Evros: un fiume che separa la Grecia, la Turchia e la Bulgaria. Ogni anno questo fiume viene attraversato da molte persone che, categorizzate come criminali, cercano di andare in altri Paesi rispetto ai loro: molte di queste, purtroppo, muoiono.
Parlando di questa questione, abbiamo parlato di Cipro: un’isola metà greca e metà turca, la cui capitale è divisa da un muro, creando Cipro Nord e Cipro Sud.
Sempre rimanendo nell’argomento “muri” abbiamo parlato di Ceuta e Melilla: due città spagnole, situate in Marocco, circondate da mura che le persone provano a sorpassare.
L’altro argomento è stato Il mercante di Taatari: una persona che all’interno di questo campo profughi vende prodotti per vivere.
Le persone, all’interno del campo profughi di Taatari, non possono entrare o uscire liberamente: infatti servono dei permessi. Chi riesce ad avere questi permessi, una volta all’interno, non si può muovere liberamente ma deve essere accompagnato.
Per i bambini che nascono all’interno del campo quella vita è la normalità.
Ho trovato interessante questo incontro, soprattutto la storia della città di Cipro e il filmato inerente al campo profughi di Taatari, dove abbiamo visto in quali condizioni vivono quelle persone. Dobbiamo essere felici di non vivere in certi posti e ambienti.
Camilla Gheza 3E
IC Molassana e Prato – Genova