Donne nel campo scientifico?

“L’umanità è fatta di uomini e donne e deve essere rappresentata da entrambi i sessi”
(Rita Levi-Montalcini)

Rita Levi-Montalcini nacque a Torino il 22 aprile del 1909 e morì a Roma il 30 dicembre 2012. È stata una neurologa e senatrice a vita italiana, premio Nobel per la medicina nel 1986. Negli anni Cinquanta le sue ricerche la portarono alla scoperta e all’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa o NGF. Il 1 agosto del 2001 è stata nominata senatrice a vita per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale. La Montalcini ha sempre affermato di sentirsi una donna libera. Ha rinunciato per scelta a un marito è una famiglia per dedicarsi interamente alla scienza. La prima metà degli anni Settanta ha partecipato alle attività del Movimento di Liberazione Femminile per la regolamentazione dell’aborto. Decise nell’autunno del 1930 di studiare medicina all’Università di Torino. A seguito delle leggi razziali del 1938 in quanto ebrea sefardita, Rita fu costretta a emigrare in Belgio con Giuseppe Levi, sebbene stesse ancora terminando gli studi specialistici di psichiatria e neurologia. Alla fine degli anni Cinquanta individuò una proteina prodotta dalle cellule nervose verso i vari organi. Successivamente scoprì che la proteina era in grado di coordinare il funzionamento del sistema nervoso endocrino e immunitario. Ciò dimostrava che il tessuto nervoso non ha una struttura fissa e mutabile dalla nascita, ma la sua crescita può essere facilitata da una sostanza chiamata NGF. Insieme all’americano Cohen la scienziata studiò una molecola proteica simile al NGF, trovata nel veleno di serpente e nelle ghiandole salivari dei topi. Si scoprì così l’esistenza di una vasta famiglia di proteine chiamate poi Neurotrofine. L’importanza di queste proteine è stata confermata anche per lo studio e la cura di malattie gravi quali il morbo di Alzheimer, le malattie da stress, le neuropatie e altre malattie del sistema nervoso. La loro scoperta fu sottoposta per lungo tempo al controllo dei ricercatori in tutto il mondo. Nel dicembre 1986 i due scienziati ricevettero il Nobel per la medicina.

Un’altra donna fondamentale per la storia della scienza è sicuramente Margherita Hack, che dice:

“La scienza ci dice il come, ma non il perché. Sappiamo com’è fatto e cos’è avvenuto durante il Big Bang, che è stato il principio o una fase dell’universo, ma non possiamo sapere perché c’è la materia, perché da una zuppa di atomi e particelle si è arrivati agli elementi, alle stelle e agli esseri viventi. Per la scienza questi sono dati di fatto, ma non ci sono spiegazioni”.

Nata a Firenze il 12 giugno del 1922 morta a Trieste il 29 giugno del 2013, Margherita Hack è stata una delle menti più brillanti della comunità scientifica italiana. Prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia. Ha dato un importante contributo alla ricerca per lo studio nella classificazione spettrale di molte categorie di stelle.

Frequenta il liceo classico e inizia a praticare pallacanestro e atletica, ottenendo discreti risultati a livello nazionale nel salto in alto. Frequenta la facoltà di fisica e nel 1945 si laurea con una tesi di astrofisica relativa a una ricerca sulle cefeidi, una classe di stelle variabili. Insegnò astronomia all’Università di Firenze ed iniziò la sua attività di divulgatrice scientifica collaborando con un quotidiano. Collaborò con varie università in California , nel New Jersey, Parigi, Olanda e Messico. Diresse fino al 1990 il dipartimento di astronomia. Le sue ricerche hanno toccato diversi settori: ha studiato le atmosfere delle stelle e gli effetti osservabili dell’evoluzione stellare e ha dato un importante contributo per lo studio e la classificazione spettrale delle stelle da O a F; la classificazione stellare è la classificazione delle stelle sulla base del loro spettro, questa classe spettrale è assegnata ad una stella a partire dalla sua temperatura superficiale, che può essere stimata attraverso la legge di Wien in base alla sua emissione luminosa. I suoi lavori più importanti riguardano le stelle in rapida rotazione chiamate stelle a emissione B, che emettono grandi quantità di materiale e a volte formano anelli stellari.

Lucrezia Lunghi IVD