Ospedali e Covid

Da più di un anno conviviamo con il Covid, un virus che ha colpito la popolazione mondiale scatenando disagi e morti. Questo virus ha limitato quelle che ormai erano le nostre semplici attività quotidiane, le nostre abitudini, le nostre relazioni sociali e la nostra libertà. Il Covid si trasmette attraverso il contatto e le vie aeree, pertanto le persone sono obbligate a indossare la mascherina e rispettare il distanziamento sociale, queste due regole hanno stravolto completamente il nostro modo di vivere, facendoci rimpiangere anche quelle azioni che ci sembravano banali, per esempio un semplice abbraccio o una stretta di mano. In un primo momento questa pandemia ha messo in crisi il nostro sistema sanitario che non era preparato ad affrontare un simile evento, mettendo ancora di più in evidenza tutte quelle che sono le carenze delle strutture sanitarie; non solo carenze strutturali, ma anche di materiali necessari alla protezione degli operatori sanitari (tute, guanti, mascherine, visiere…) e carenza di medici ed infermieri. Gli ospedali hanno dovuto affrontare l’afflusso di un gran numero di pazienti che necessitavano di interventi sanitari, cure specifiche ed immediate. Sono ancora presenti nella nostra mente le immagini delle decine di ambulanze in fila di fronte ai pronto soccorso degli ospedali in attesa. Gli operatori delle ambulanze, dotati di tute trasportano le persone affette da Covid in ospedale dove vengono ricoverati in reparti appositi per ricevere le dovute cure. Nei periodi di grande difficoltà i reparti destinati ai malati di Covid diventavano sempre più numerosi data la quantità di persone che necessitavano di terapie intensive. I medici e gli infermieri sono stati sottoposti a turni massacranti non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico. Il loro lavoro consisteva soprattutto nel confortare i loro pazienti che si trovavano ad affrontare la loro malattia lontani dai loro affetti e dalle loro famiglie. Inoltre una volta terminato il proprio turno di lavoro, gli operatori sanitari convivevano con il terrore di essere infetti e quindi trasmettere il virus ai loro familiari. Attualmente la situazione è in netto miglioramento grazie soprattutto alla campagna vaccinale in corso, che ha già messo in sicurezza anziani e categorie fragili e che sta continuando con un costante ritmo per poter cercare di vaccinare l’intera popolazione nel più breve tempo possibile così da tornare ad una vita più serena. Quella che abbiamo affrontato equivale ad una vera e propria guerra, durante la quale abbiamo dovuto affrontare un nemico subdolo ed invisibile, che abbiamo dovuto imparare a conoscere con il tempo e che ha causato milioni di morti in tutto il mondo.

Francesco Fabrizi Francesco Isidori Lorenzo Alfieri 4A