INFELIX ELOQUENTIA


Dimmi dei sinonimi di parole! Non hai nulla in mente? Bene, ti dico i miei sinonimi di parole.

Le parole sono gioie, regali, sorprese, stupore, ma non bisogna cadere nel loro tranello, sanno diventare frecce, pietre ardenti. Possono diventare il culmine della commiserazione: il suicidio.

Quante volte abbiamo sentito fatti di cronaca riguardanti l’uso sconsiderato delle parole. Quante volte abbiamo acceso il telegiornale e sentito cose come “Sedicenne si butta dal balcone per gli atti di bullismo subiti”. Molti dicono che gli occhi siano lo specchio dell’anima, invece, a parer mio, le parole sono lo specchio della mente, del modo e del mondo in cui siamo cresciuti, dei nostri ideali, nel nostro temperamento e della nostra capacità di rapportarci in società. È un dato di fatto: spesso le parole vengono lanciate senza pensare a che effetto possano provocare una volta schiantate al suolo. Noi le sottovalutiamo troppo, le maneggiamo con nonchalance, come se non ci riguardassero. Tutto ciò deve finire.

Negli ultimi anni il tema delle parole ostili ci viene proposto in tutti i modi: canzoni, video, spot pubblicitari. È un bene sensibilizzare sull’uso delle parole. Un esempio è l’ultima canzone di Fiorella Mannoia intitolata “La gente parla”, già dai primi versi della canzone mette a tacere i leoni da tastiera, o comunque tutti coloro che usano le parole in modo sgradevole, per fare del male, per sentirsi almeno per un istante grandi. Ed è un po’ quello che abbiamo fatto noi a scuola quest’anno, affrontare questo grande ed importante tema. Abbiamo riflettuto a lungo, abbiamo rigirato fra le dita questo filo conduttore delle parole ostili. Abbiamo letto testi, articoli, di tutto. Abbiamo riflettuto sui personaggi pubblici che usano le parole in modo spregiudicato. A tal proposito, è giusto che una persona con molto potere mediatico possa usare questo suo grande potere per diffondere odio gratuito? Quante volte abbiamo sentito di politici che insultavano a destra e manca chi andava contro i loro ideali. Quante volte influencer hanno parlato senza riflettere, come un riflesso, un istinto primordiale. Ma in effetti è così. Le nostre parole deplorevoli sono il riflesso di una società incapace di dialogare. Sono il riflesso di una civiltà un po’ troppo orgogliosa e che quindi per salvarsi in calcio d’angolo o per far valere la propria opinione inizia a insultare. Una raffica di parole contro la schiena di un individuo che a volte non è abbastanza forte da difendersi. Un individuo che può essere buttato giù dal dirupo in cui si trova a causa di una tempesta di parole; queste ultime sono dettate dall’incapacità dell’uomo di relazionarsi civilmente con il prossimo. Le parole possono segnarci a vita, indebolire il nostro cuore fino a farlo collassare. Sono pietre scagliate sulla nostra pelle. Lame di coltelli che trapassano lentamente il petto, lacerandoci profondamente. Esse lasciano ferite, che di certo guariranno, ma le cicatrici inflitte resteranno per sempre incise nella nostra anima. Le parole uccidono, gradualmente, da dentro. E ad un certo punto cominciano ad offuscare la tua mente, senti di star sprofondando nel baratro, mentre cerchi con tutte le tue forze di aggrapparti a qualcosa, alla vita.

Quante anime si sono perse per semplici parole, magari dette con leggerezza, senza essere pensate con cura. Perché a volte il prezzo per la nostra impulsività è la vita di altre persone. Prima di dire qualcosa, pensiamo alle conseguenze, pensiamo che quelle parole fanno un rumore tremendo nell’esistenza di qualcuno. Molti puntano il dito contro i social media. Questi ultimi renderebbero più cattivi e schietti, senza peli sulla lingua. Io non la penso così. Credo che la meschinità non nasca dal web, ma dal profondo del nostro cuore. Internet è il mezzo dei codardi, di coloro che hanno paura del confronto diretto, che si nascondono dietro ad uno schermo, ignari delle conseguenze delle proprie azioni. Dovremmo sforzarci ad disprezzare di meno e ad amare di più, evitando di riempire d’odio la nostra vita.

Lucia Gemmellaro e Sara Verdolino I C