Il bullismo raccontato da Serena – Intervista

Il bullismo raccontato da Serena

Serena, è purtroppo una vittima di bullismo, oggi ha 16 anni ma è vittima di bullismo da quando ne ha 6, nonostante abbia cambiato scuola e ambiente. Secondo il racconto di Serena nessuno è mai intervenuto in sua difesa, e per tale motivo vuole aiutare persone che si trovano nella sua stessa situazione.
Ti definisci vittima di bullismo. Perché?
Tutto è iniziato all’età di sei anni, fin da piccola ho avuto la sfortuna di capire cosa significa essere vittima di bullismo, proprio perché i bambini con la loro ingenuità assimilano ciò che li circonda, e purtroppo siamo circondati da una società in cui l’aspetto fisico è più importante di chi sei. Ed è questo che mi perseguita, l’essere più in carne rispetto agli altri bambini è stato il motivo per il quale sono sempre stata presa di mira ed esclusa da tutti.
Raccontaci il primo episodio di bullismo
Un giorno che non dimenticherò mai. Mi sono sentita umiliata già da bambina, ero all’asilo tutti i bambini giocavano in giardino e facevano a turno per chi andasse sull’altalena, mi avvicinai per giocare anche io, mi ricordo che tutti si girarono dicendomi “se sali sull’altalena si rompe”, ecco in quel momento mi sono sentita un vuoto incolmabile, sentivo il desiderio di diventare invisibile, e da lì è iniziato il mio sentirmi sbagliata.
Cosa ti dicevano?
Mi dicevano di vergognarmi, di stare lontano da loro perché si vergognavano di me, l’offesa più frequente è “cicciona” per non elencare tutte le battutine da bambini, le quali possono sembrare innocue ma non sanno che lasciano ferite difficili da guarire.
Ne hai mai parlato con un adulto?
Inizialmente non ne parlai con nessuno, tenevo tutto dentro per la paura che dessero ragione a coloro che mi deridevano, ed anche perché ero convita che avessero ragione. Con il passare del tempo ne parlai con la mia migliore amiche dell’epoca, la quale mi convinse a parlarne con mia mamma ma fondamentalmente non le ho mai rivelato ciò che provavo, proprio per paura del giudizio e per la vergogna che mi portavo dentro.
Cosa provavi?
Provavo dolore e rabbia, intrisi in me che ero cosi arrabbiata ma allo stesso tempo fragile, con la sola voglia di essere abbracciata e accettata per ciò che ero. Provavo la voglia di reagire, ma con la consapevolezza di non riuscirci, perché la forza di un gruppo avrebbe superato ed io ero sola, e sola non potevo combattere
Con il passare degli anni come si è evoluta la situazione
Chi mi conosce nota i segni di un passato pieno di insicurezze che ad oggi mi ha debilitata. Fatico da morire a non essere
accettata, vorrei piacere a tutti e che tutti mi volessero bene, ma anche per una mera questione statistica non è fattibile. Noto che se da piccola non si possiede la struttura per affrontare un bullismo a macchia d’olio, non la si possiede nemmeno da grande.

-di Cirillo