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Le conseguenze del Coronavirus sui musei e le mostre d’arte

Le conseguenze del Coronavirus sui musei e le mostre d’arte

“Centinaia i musei chiusi da Venezia a Milano, rinviate le mostre”
Il coronavirus ha provocato pesantissimi effetti economici su tutto il sistema museale e delle mostre d’arte; secondo un rapporto dell’ICOM del mese di maggio a livello mondiale tutti i musei hanno dovuto ridurre le loro attività e di questi circa un decimo è stato costretto a chiudere definitivamente. In Italia si stima che nel periodo marzo-maggio 2020 vi siano stati, nei soli musei statali, 19 milioni di visitatori in meno, e una perdita di 78 milioni di euro. Di fronte alla crisi, i musei hanno agito rapidamente per sviluppare la loro presenza su Internet e continuare a mantenere un contatto col pubblico: il Rapporto ha identificato più di 800 azioni, soprattutto legate ai musei virtuali, creati grazie agli investimenti fatti prima della pandemia, con la trasformazione di molte delle attività museali programmate quest’anno, tra cui mostre, conferenze e attività di sensibilizzazione in corso, in eventi online. Molte istituzioni, per esempio, hanno cercato di sfruttare le sale deserte per presentare una visione delle collezioni con dei tour guidati da un robot, come nel caso di Hastings Contemporary, Regno Unito, mentre in Italia è stata premiata l’idea della GAMEC di Bergamo di creare un programma radiofonico online. Tuttavia, il divario digitale è più evidente che mai: solo il 5% dei musei in Africa e nelle piccole isole negli Stati in via di sviluppo sono stati in grado di proporre contenuti virtuali. La riapertura delle attività conseguente al “lockdown”, sebbene si stia svolgendo in modo graduale, ha un’importanza fondamentale non solo in quanto consente di recuperare i gravissimi danni economici subiti dalle diverse istituzioni pubbliche o private, ma anche sotto il profilo sociale, nel senso che il “contatto” con le opere d’arte ha comprovati benefici per la salute psico-fisica delle persone, e questo costituisce un elemento di particolare rilevanza soprattutto dopo il periodo di isolamento conseguente dalla pandemia il rapporto con le opere d’arte ha benefici sull’aspetto psico-fisico delle persone, soprattutto dopo il periodo di isolamento. La spinta al cambiamento indotta dalla pandemia potrebbe essere vista come un modo per cercare di ripensare al museo, non solo rispetto allo sviluppo degli inevitabili processi di digitalizzazione, ma anche nel senso di tentare di costituire, attraverso la creazione di legami più stretti e sinergici con i propri utenti un punto di riferimento per i cittadini, un modo di portare nel cuore della comunità il museo, anche rispetto al ricordo della drammatica esperienza vissuta con il COVID-19.

-di Cirillo